Tuesday, 3 March 2015

Il rischio di Telemaco alla ricerca del Padre


Intervista a Massimo Recalcati
L'Avvenire, 20 marzo 2013

​Il padre-padrone non c’è più e, in tutta franchezza, non se ne sente la mancanza. Ma questo non significa che alla scomparsa – anzi, all’«evaporazione» – del padre ci si debba rassegnare. Lo psicoanalista Massimo Recalcati lo spiega a partire dalla sua esperienza clinica: «Sempre più spesso – racconta – incontro ragazzi che nutrono una nostalgia struggente per il padre. In questo assomigliano a Telemaco, che attende il ritorno di Ulisse dal mare. Come Telemaco, però, devono trovare il coraggio mettersi in viaggio, affrontando il rischio e la bellezza della ricerca». A due anni di distanza dal fortunato Cosa resta del padre? e a pochi mesi dalla pubblicazione del primo volume del monumentale Jacques Lacan: desiderio, godimento e soggettivazione(entrambi i libri sono pubblicati da Cortina), Recalcati torna a occuparsi del tema centrale della sua ricerca, vale a dire il rapporto fra le generazioni. Che appariva terribilmente lacerato in Cosa resta del padre? e si mostra invece disponibile a una riconciliazione in questo Il complesso di Telemaco(Feltrinelli, pagine 160, euro 14). Il merito va tutto al figlio di Ulisse, insofferente dei Proci che profanano la reggia con le loro feste insensate. Un godimento mortifero, che Telemaco rifiuta non per un meccanico rispetto verso il genitore assente, ma perché vuole che nella sua vita «vi sia “padre”», come scrive efficacemente Recalcati. «Questa – spiega lo psicoanalista – è la figura dell’erede giusto».