There is few people really able to educate. One thing is evoke, one thing is educate! it is not easy to say that if you are an evocator you are also an educator. Educate is during the time and following a deeper line. It is just like the work of a sculptor; he pulls out a square block of marble the living imagine of a person; he has used the chisel with attention and following such a kind of logical way, in order to break a too big block and spoil the whole work. Education is an art and the arts need a minimal own technique; he adds creativity to the mastery of the technique. Evocation without education is a delusion!
This kind of education is communicate themselves, each one way to approach the reality. Even if you are in one class, where everything seems that it doesn't product anything, the only thing you could do it to communicate yourself, your own way of living: one company. And therefore it means that you have to live this Company! If you don't live it, what's the hell you would like to communicate?
And in this way of communication of yourself they don't have to see you, but they have to look forward something else. And this is true also for the maths professor; communication of yourself means communication of your passion for maths, tied up to your passion for life; and only one Company could give you this passion for living. My way to be lover of one subject has to reflect one experience.
For this reason it is very important the existence of a group of educators, and beetwen them who is involved to the christian education of the more responsibles youngs, the education to Company; it means "no-autonomy", it means belonging to something real and this is the Company.
Pochi sono capaci davvero di educare. Un conto è evocare, un conto è educare! Non è detto che un evocatore sia anche un educatore. Educare è un lavoro che si svolge nel tempo e seguendo una certa idea di fondo. E’ come il lavoro dello scultore che tira fuori da un blocco di marmo quadrato l’immagine vivente di una persona; deve utilizzare lo scalpello con attenzione e secondo una certa logica, per non spezzarne un blocco troppo grande e rovinare tutta l’opera. L’educazione è un’arte e le arti hanno bisogno di una loro tecnica minima; alla padronanza della tecnica si aggiunge poi la creatività. L’evocazione che non ha educazione è una delusione!
Questa educazione consiste nel comunicare se stessi, il proprio modo di accostare la realtà. Anche se ci si trova in una classe in cui sembra di non potere fare nulla l’unica cosa che si deve fare è comunicare se stessi, il proprio stile di vita: una compagnia. Allora vuol dire che devi viverla questa compagnia! Se non la vivi tu, che cosa comunichi? In questo comunicare se stessi non devono vedere te, ma qualcos’altro. Il discorso vale anche per il professore di matematica: comunicare sé vuol dire comunicare la propria passione per la matematica, legata alla propria passione per la vita, passione che solo la compagnia ti dà. Il mio modo di essere appassionato a una materia deve riflettere un’esperienza.
Per questo il gruppo degli educatori è importantissimo, e tra essi anche chi si preoccupa prettamente dell’educazione cristiana dei giovani più responsabili, dell’educazione alla compagnia, nel senso di “non-autonomia”, di appartenenza a qualcosa di concreto che è la compagnia.