Wednesday 29 September 2010

Dell'educazione disastrosa: Noam Chomsky interviene

L’EDUCAZIONE ALLA LIBERTA’

L’istruzione è, chiaramente, in parte una questione di scuole ed università. ciò è vero sia che il suo fine sia l’educazione alla libertà e alla democrazia, come sosteneva Dewey, sia l’educazione all’obbedienza, alla subordinazione ed alla marginalizzazione, come vogliono le istituzioni dominanti. James Coleman, sociologo dell’università di Chicago, uno dei maggiori studiosi dell’istruzione e degli effetti dell’esperienza sulla vita dei bambini, conclude dopo molti studi che “l’effetto complessivo del contesto famigliare è considerevolmente maggiore dell’effetto totale di tutte le variabili scolastiche nel determinare i risultati degli studenti”. In realtà, circa due volte più forte, conclude. Perciò è importante dare uno sguardo a come le politiche sociali e la cultura dominante stanno plasmando questi fattori, le influenze famigliari e così via.

È un argomento molto interessante. L’indagine è facilitata da uno studio dell’UNICEF pubblicato un anno fa dal titolo: “la negligenza verso i bambini nei paesi ricchi”, scritto da una nota economista americana, Sylvia Ann Hewlett, che studia gli ultimi 15 anni, dai tardi anni 70 ai primi anni 90, nelle nazioni ricche. Non parla dei paesi del terzo mondo ma delle nazioni ricche e trova una divisione netta tra le società angloamericane da un lato, e l’Europa continentale ed il Giappone dall’altro. Il modello angloamericano, affinato dai reaganiani e dalla Thatcher, è stato un disastro per bambini e famiglie, dice. Il modello europeo, in contrasto, ha migliorato le loro condizioni in maniera considerevole, a partire da un livello iniziale già considerevolmente più in alto, nonostante il fatto che le società europee non hanno i vantaggi immensi di quelle angloamericane. Gli USA possiedono una ricchezza e vantaggi senza precedenti, e mentre la Gran Bretagna ha subito un netto declino, in particolare sotto la Thatcher, gode almeno del vantaggio di essere un buon cliente degli USA oltre che uno dei maggior esportatori di petrolio negli anni della Thatcher. Ciò fa apparire il fallimento economico del thatcherismo finanche più drammatico, come hanno mostrato alcuni autentici conservatori britannici, tra cui Lord Ian Gilmour.

Hewlett descrive il disastro angloamericano per i bambini e per le famiglie come “attribuibili” alla preferenza ideologica per i libri mercati. Li propugnava per i poveri ma andò ben oltre il suo predecessore nel domandare ed ottenere un livello altissimo di sussidio pubblico e protezione statale per i ricchi. Comunque si decida di chiamare questa ideologia, è ingiusto macchiare il buon nome del conservatorismo attribuendogli questa forma particolare di statalismo violento, senza legge e reazionario. Chiamatelo come volete, ma non è conservatorismo. Non è il libero mercato.

Comunque Hewlett ha del tutto ragione nell’identificare nel mercato per i poveri, la ragione del disastro per le famiglie ed i loro bambini. E non c’è molto dubbio degli effetti di ciò che Hewlett chiama “lo spirito anti-bambini ed anti-famiglie che scorrazza in queste terre”, nelle terre angloamericane, più drammaticamente negli USA, ma anche in gran Bretagna. Questo modello angloamericano pieno di negligenza, che si basa sulla disciplina di mercato per i poveri, ha privatizzato in gran parte l’allevamento dei figli rendendo allo stesso tempo impossibile per la gran parte della popolazione allevare i propri figli. Questo è stato l’obiettivo combinato e la politica del conservatorismo reaganiano e del suo omologo Thatcheriano. Il risultato è, chiaramente, un disastro per bambini e famiglie.
Noam Chomsky
da "Democrazia e istruzione", conferenza tenuta il 19 ottobre 1994 alla Loyola University di Chicago

Pasolini about don Milani; a Daseyn suggestion

I would like to signal an interesting interview to P.P.Pasolini about our beloved don Milani's school book, "Lettere a una professoressa"(1967), pubblished by our friend of Daseyn blog.
Read it and meditate...


Vorrei segnalare un interessante intervista a P.P.Pasolini a proposito del nostro caro libro della scuola di don Milani, Lettere a una professoressa" (1967), pubblicato dai nostri amici del blog Daseyn.
Leggete e meditate....
http://daseyn.blogspot.com/2010/09/pasolini-su-lettere-una-professoressa.html

Tuesday 28 September 2010

“If poetry comes not as naturally as leaves to a tree it had better not come at all." notes about poetry (from John Keats)

It’s very easy to understand why John Keats had this imagine of poetry while you are looking to the recent Jane Champion’s movie Bright Star, dedicated to the last years of the poet living at Wentworth Place; there in the spring-summer of 1818 he met Fanny Browne, the girl who inspired him Bright Star poem and many others.

The film not only reveals the evolution of their young love, but traces Brawne's introduction and immersion into Keats's world of poetry, beginning with apathy and ending with passionate involvement.

Though at the time the lovers meet, in 1818, Keats has already established himself in the literary world, his career does not afford him the financial means to marry. Knowing this, Brawne's interaction with Keats is limited, so she injects herself into his life by feigning an interest in poetry.

One of the most intimate early scenes of the relationship takes place over an impromptu poetry lesson, though Keats is suspicious of Brawne. When she asks for an introduction concerning "the craft of poetry," Keats dismisses the notion: "Poetic craft is a carcass, a sham. If poetry doesn't come as naturally as leaves to a tree, then it better not come at all."

As the conversation continues, however, Fanny earns Keats's trust, and he offers a more useful explanation: "A poem needs understanding through the senses. The point of diving in a lake is not immediately to swim to the shore; it's to be in the lake, to luxuriate in the sensation of water. You do not work the lake out. It is an experience beyond thought. Poetry soothes and emboldens the soul to accept mystery."

From that point on, Fanny develops an obsession with poetry—mostly Keats's own poems—and occasionally recites favorite verses from memory. It is through Brawne that much of the poetry of the film reveals itself, either from her memory, or read to her by Keats.

Poems excerpted in the film include the book-length sequence Endymion, "When I Have Fears that I May Cease to Be," "The Eve of St. Agnes”, "Ode to a Nightingale," "La Belle Dame Sans Merci," and the title poem, "Bright Star," which has probably written for Brawne as Keats's muse.




“Se la poesia non arriva naturalmente come le foglie su un albero è meglio che non nasca nemmeno”
Appunti di poesia (da John Keats)

E’ molto facile comprendere perché John Keats ebbe questa immagine della poesia, guardando al recente film di Jane Ch’ampio, Bright Star, dedicato agli ultimi anni della vita del poeta a wentworth; qui, nell’estate del 1818 incontrò Fanny Browne, che è diventata la Bright Star che ha ispirato al poeta il sublime.

Il film non rivle asolo l’evoluzione del loro giovane amore, ma traccia un’introduzione e una immersione della Browne nel mondo della poesia di Keats, iniziando nell’apatia e terminando in un appassionato coinvolgimento.

A quel tempo in cui i due innamorati si incontrarono, nel 1818, Keats aveva già trovato posto nel mondo della poesia, ma la sua carriera non lo aveva ancora messo in condizioni economiche per potere sposarsi. Ben cosciente di questo, il rapporto della Browne con keats aveva dei limiti, quindi lei aveva tentato di buttarsi in una finta ammirazione per la poesia.

Una delle più belle scene tra i due avviene in una improvvisata lezione di poesia, mentre Keats è sospettoso della Browne. Quando lei domanda una spiegazione introduttiva sul “mestiere della poesia”, Keats respinge il concetto “Il mestiere poetico è una carcassa, una farsa. Se la poesia non arriva naturalemente come le foglie ad un albero, allora è meglio che non venga affatto”.

Continuando la conversazione comunque, Fanny guadagna la fiducia di Keats e lui le offre una migliore spiegazione: “La poesia va compresa tramite i sensi. Arrivati al punto di immersione in un lago non si pensa subito a nuotare fino alla riva; bisogna restare nel lago, provare la sensazione dell’acqua. Non devi uscire dal lago. Si tratta di una esperienza al di là del pensiero. La poesia lenisce e incoraggia l'anima ad accettare il mistero ".

Da questo momento Fanny sviluppa una ossessione per la poesia – e soprattutto per i poemi di Keats- e occasionalmente recita a memoria i suoi versi. E’ attraverso Fanny che molto della poesia del film rivela se stessa, sia dalla sua memoria, che letta a lei da Keats stesso.

Tra le poesie citate nel film alcuni passi di Endymione, “Quando temo che io possa cessare di essere”, L’occhio di santa Agnese, Ode a Nightingale”, “La belle dame sans merci” e la breve poesia Bright Star, probabilmente scritta per la sua musa,

Saturday 25 September 2010

Welcome (on this Earth)


Welcome: we can find this expression on various mat door in Calais, the french city-port, where thousands of clandestine immigrated are crowed together, looking for the way to arrive in England. This looking for a possibility will soon reveal a good utopia; french police controls are cruel and if you want to get England through the English Channel you have to put on your head a plastic bag to breathe. “Sans-papier” (Paperless) life is impossible; Bilal, a seventeen years old boy, coming from Kurdish-Iraq, understand it very soon; he is determinate to get his girlfriend in London, but he is stopped in Calais (and he was one week, during the journey form Iraq to France, bounded with the head in a black plastic bag).

Friday 24 September 2010

Arna's children

Arna’s children (Palestine 2003) is a documentary by Juliano Mer Khamis. Yussef had a suicide attack in 2001. Israeli army killed Ashraf in 2002. Alla, the leader of a resistance group, was dead in 2003. The filmmaker realized a documentary of them when they were children, young actors, in the theatre group founded by his mother Arna. In April 2002 he came back to the refugee camp of Jenin, in order to know what’s happened to these boys he knew and loved. Juliano Mer Khamis, Arna’s (she is israeli-hebrew) and Saliba Khamis (Palestinian) son, currently is one of the most popular actors in Palestine. During the first Intifada his mom, Arna, realized an alternative educational project in the refugee camp of Jenin. While Israeli occupation destroyed the official educative program Arna would like t give back to Palestinian people what they’ve loose. Part of the theatre laboratory is the “stone theatre” the program by Juliano. Eight years after Arna’s death, five years after the end of the program, Juliano came back to Jenin camp and found the tragic story of “Arna’s children”. This documentary breaks, with tender brutality, every false contradiction. After he saw growing up, dreaming, and in some case, dying, “Arna’s childen” (just like documentary title) the spectators of this work, longer to give something to expectations, including a sort of reassuring pacifism, are forced to look in it, with wide eyes, an evidence that media would like to make dull.

Behind the dark side story of terrorism there are flesh and blood people, faces, names, family stories, hopes and fears. If there will be a recomposition or a reconciliation, it must happen looking human and humanizing on the others.


Arna’s Children (Palestina 2003) è un documentario di J.Mer Khamis. Yussef compie un attacco suicida nel 2001. Ashraf viene ucciso dall'esercito israeliano nel 2002. Alla, a capo di un gruppo di resistenti, trova la morte nel 2003. Il regista, che li ha filmati quando erano promettenti attori bambini nel gruppo teatrale fondato insieme alla madre Arna, nell'aprile del 2002 torna al campo profughi di Jenin, per capire che cosa ne è stato dei ragazzi che ha conosciuto e amato. Juliano Mer Khamis, figlio dell'ebrea israeliana Arna Mer e del palestinese Saliba Khamis, è oggi uno degli attori più famosi di Palestina-Israele. Durante la prima Intifada sua madre Arna dà vita a un programma educativo alternativo all'interno del campo profughi di Jenin.L'occupazione israeliana ha infatti distrutto il programma ufficiale e Arna intende risarcire i palestinesi del danno subito. Tra le varie attività del centro vi è lo "Stone Theatre", un laboratorio teatrale diretto da Juliano. A otto anni dalla morte della madre, cinque anni dopo la conclusione del progetto teatrale, Juliano torna nel campo di Jenin e scopre la tragica storia dei "ragazzi di Arna".Arna's Children è un documentario che spezza con tenera brutalità ogni falsa contrapposizione. Dopo aver visto crescere, sognare, e in alcuni casi morire, i "ragazzi di Arna" cui fa riferimento il titolo, spettatrici e spettatori di quest'opera che poco concede alle idee ricevute, incluse quelle veicolate da certo rassicurante pacifismo, si trovano costretti a guardare a occhi ben aperti un'evidenza che i media si accaniscono a rendere opaca: dietro la favola cupa del terrorismo suicida ci sono persone in carne e ossa, volti, nomi, storie familiari, speranze, paure. Se ricomposizione o riconciliazione ci sarà, dovrà passare da questo sguardo umano e umanizzante sull'Altro. 

here you can find the whole documentary: please play it!


Thursday 23 September 2010

...about poetry and school

there are some exemple of teaching your own subject that helps you a lot to take the courage to trasmitt your passion for life through the subject you are involving with...
The movie "dead poet society" gave me some ideas...

"No matter what anybody tells you, words and ideas can change the world"
(qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo)


"we don't read and write poetry because it's cute. We read and write poetry because we are member of the human race. And the human race is filled with passion. And medicine, law, business, engineering, these are noble pursuits and necessary to sustain life. But poetry, beauty, romance, love these are what we stay alive for."
(Non leggiamo e scriviamo poesie perchè è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perchè siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria, sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita)


"But if you listen real close, you can hear them whisper their legacy to you. Go on, lean in. Listen, you hear it? - Carpe - hear it? - Carpe, carpe diem, seize the day boys, make your lives extraordinary."
(Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete sussurrare il loro monito. Avanti, avvicinatevi. Ascoltate, lo sentite? - Carpe - lo sentite? - Carpe, carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita)


"Todd: Truth... truth is lke a blanket that always leaves your feet cold.
Keating: To hell with them, more about the blanket!
Todd: Stretch it, pull it, it will never cover any of us. Kick at it, beat at it, it will never be enough...
keating: Don't stop!
Todd: From the moment we enter crying to the moment we leave dying, it will cover just your head as you wail and cry and scream!"
(Todd: La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi -risate-
Keating: No, non ci faccia caso, continui con la coperta, mi parli della coperta!
Todd: Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai, anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto...
Keating: Non si fermi
Todd: Dal momento in cui nasci piangendo al momento in cui esci morendo, ti copre solo la faccia e tu piangi e gridi e gemi)


il vecchio zio Walt


"It sound my barbaric YAWP over the rooftops of the world"
(E risuona il mio barbarico YAWP sopra i tetti del mondo)


"... that the powerful paly goes on and you may contribute a verse. What will your verse be?"
(... che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Quale sarà il tuo verso?)

Tuesday 21 September 2010

GRAZIE, Signora Tea(t)cher!

ottobre 2010-ottobre 2011
Lo scorso anno mi sono ritrovata, come tanti insegnanti precari, in una “strana” situazione; qualche anno prima tra il 1 settembre e metà ottobre ricevevo una media di 10 chiamate al giorno per supplenze da scuole di ogni ordine e grado. Il mio telefonino sembrava un centralino; un anno fa, come oggi, nulla.

Nel mio diario avevo annotato alcune righe agitate, lo scorso ottobre, che oggi ho ritrovato. E rileggendole mi sono allarmata ancora di più: in un anno, dopo tante proteste e tante promesse, non è cambiato nulla!!


“Si passa dal semplice sapere, al sapere insegnare” ha detto. Questi slogan ad effetto che la Ministra-di ferro-Gelmini sta spargendo ai quattro venti per tranquillizzare gli animi vedono solo la risposta indignata e, giustamente, arrabbiata di 42.500 docenti e 15.000 personale ATA che si sono ritrovati, oggi, senza posto di lavoro. Non ci sono scuse per tale ingiustizia. I tagli dei provvedimenti Gemini-Tremonti gettano sul lastrico intere famiglie, costringono tanti docenti, già pluri-decennalmente precari, a cambiare lavoro e a creare disoccupazione altrove, ma, soprattutto, sono la sforbiciata finale alla scuola italiana, già da anni in crisi.


“Sapere insegnare”, già; ma vogliamo parlare davvero di EDUCAZIONE?

Crede, lei, professoressa Gelmini, che sia educativo abbandonare a se stessi qualcosa come un 40% di alunni stranieri (in media, ma ci sono scuole in cui la percentuale sale anche al 70-80%) presenti, oggi, nelle scuole italiane, negando loro il diritto allo studio (che è diritto per TUTTI i giovani di questo mondo), sopprimendo le ore a disposizione per l’alfabetizzazione ed eliminando le compresenze di insegnanti sulla stessa classe? Crede sia educativo eliminare il tempo pieno nella primaria e il tempo prolungato nella secondaria? D’altra parte le famiglie, nell’anno più nero di questa crisi economica, possono permettersi altro personale a pagamento per seguire i propri figli e, se non possono, i ragazzi riempiranno i loro pomeriggi con altre attività, come giocare alla play station, guardare la tv o girovagare con gli amici! Crede che sia educativo stipare 30 (anche 33!!) ragazzi di scuola media in una stessa classe, senza tenere conto dei problemi disciplinari, degli effetti del bullismo, dei conflitti interculturali - ragazzi che peraltro vivono, ragionano e si comportano come i modelli che vedono nelle VOSTRE televisioni, quindi da ri-educare daccapo- privandoli anche del diritto al recupero riservato, da sempre, ai ragazzi in difficoltà? E i ragazzi disabili, che vedono ridursi drasticamente le ore di presenza di un insegnante di sostegno? Crede sia da considerarsi un atto educativo all’integrazione eliminare il diritto all’ora alternativa alla religione cattolica, facendo scomparire le ore dei docenti destinate a questo scopo? Crede sia educativa la riforma dell’orario scolastico? Mettiamo al centro la “I” di Inglese; per alcuni ragazzi l’italiano è già una seconda lingua da imparare, figuriamoci se si trovano a dovere imparare, da zero, anche un’altra lingua! In questo modo le classi che prevedono l’insegnamento di una seconda lingua comunitaria (francese o altro) diventano classi d’élite, mentre tutti i ragazzi stranieri e figli di immigrati si ritroveranno a scegliere il modulo più semplice; e non c’è nulla di meglio che promuovere la solidarietà tra i compagni di classe; finalmente potranno imparare l’italiano dai compagni albanesi, cinesi, nigeriani e ucraini!

Forse ha ragione, cara professoressa; gli insegnanti devono essere più preparati, adeguatamente formati. E, allora, perché da due anni non esiste nessuna struttura di formazione per i docenti, dopo la chiusura dell’ultimo ciclo di SISS!? Tante promesse, ma ancora nulla di fatto. E, di nuovo, chi ci rimette sono quegli stessi giovani insegnanti che oggi si vedono preclusa la strada verso l’insegnamento e che non vedono proposte per il futuro; quegli stessi che, con la riduzione degli organici, oggi sono mandati a casa, pur avendo contribuito in questi anni, con la loro professionalità e con l’esperienza sul campo, a “svecchiare” e a dare nuove linee educative e didattiche a questa scuola italiana.

Ma niente paura; agli insegnanti lasciati per strada verrà data la possibilità di accedere alle supplenze brevi. Aprendo una parentesi su quest’ultimo argomento: questi insegnanti sono proprio dei cretini! Accettano supplenze e sostituzioni che le scuole (cui lo stato deve oltre un miliardo di euro, mentre i fondi ora stanziati si riducono a poche migliaia di euro) pagano a distanza di mesi (o anche di anni!); ho visto persone, venute da un giorno all’altro dalla Calabria, che hanno avuto la “fortuna” di vedersi offrire una supplenza di un mese che gli è stata pagata 6, 8 mesi dopo! E questo è il meno peggio; le scuole stesse si vedono costrette a non prendere supplenti perché non sanno come pagarli! E si rimedia con sostituzioni interne, anche per 30 o 40 giorni!

E mentre si distrugge la scuola, si cerca di adeguarla ai ben più alti parametri europei introducendo l’obbligatorio insegnamento di Cittadinanza e Costituzione e contravvenendo alla nostra stessa Costituzione con leggi razziste che auspicano a un insegnamento dei dialetti nelle scuole e al reclutamento degli insegnanti su base regionale. Come si possono insegnare i valori della Costituzione quando, di fatto, si nega il diritto all’istruzione, togliendo le possibilità di un’offerta formativa qualificata e privando la scuola stessa, che di per sé dovrebbe essere gratuita (mentre oggi diventa un peso finanziario in capo alle famiglie) di fondi e risorse?

Uno studente, poi maestro, di Barbiana, ha scritto, e forse scriverebbe anche oggi: “Parlava senza guardarci. Chi insegna pedagogia all’Università, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline. Finalmente andò via e Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse: <<La scuola sarà sempre meglio della merda>>. Questa frase va scolpita sulla porta delle vostre scuole. Milioni di ragazzi sono pronti a sottoscriverla. (…) L’anno dopo ero maestro. Cioè lo ero tre mezze giornate a settimana. Insegnavo geografia matematica e francese a prima media. Per scorrere un atlante o spiegare le frazioni non occorre la laurea. Se sbagliavo qualcosa poco male. Era un sollievo per i ragazzi. Si cercava insieme. Le ore passavano serene senza paura e senza soggezione. Lei non sa fare scuola come me.” 






Grazie signora Teatcher è una commedia-dark inglese del 1996, con Ewan McGregor, Pete Postlethwaite, ambientata nella cittadina di minatori di Grimley; una commedia proletaria ambientata in una inghilterra del 1989, umiliata e offesa dalla politica conservatrice e antisindacale della Lady di Ferro. In seguito alla politica di tagli della Thatcher, metà degli abitanti della piccola cittadina dello Yorkshire perdono il lavoro e con esso, quasi, la dignità. Malgrado tutto nessuno riuscirà ad impedire loro di continuare a far suonare la loro banda di ottoni. Coraggio e indignazione di chi non accetta di arrendersi.

bibliothek


ESSENTIAL BIBLIOGRAPHY FOR EDUCATORS
V.Van Gogh, Les Livres jeunes, 1880
·      Angelina Volpe, Educare Accompagnare, 2000
·      One Way, Per la scuola, 2000
·      Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, 1967
·      Noam Chomsky, Democrazia e istruzione (Democracy and education), 1994
·      Jean Guitton, Imparare per un progetto (Apprendre à vivre et à penser), 1955
·      Sant’agostino, Il maestro, (De magistro) 389-390 d.C.
·      Giovanni Papini, Chiudiamo le scuole, 1909-1914
·     Romano Guardini, Le età della vita (Die Lebensalter. Ihre ethische und padagogische bedeutung), 1986
·      Edgar Morin, Educare gli educatori (Les Sept savoirs nécessaires à l'éducation du futur), 2000
·      James Hilton, Addio Mister Chips! (Goodbye Mister Chips!), 1934
·      Lev Tolstoj, Quale scuola? (articles for Jasnaja Poljana school)
·      Jurgen Habermas/ Charles Taylor, Multiculturalismo (Multiculturalism), 1992; or J.Habermas Kampf um anerkennung imdemokratischen rechtsstaat, 1996 and C.Taylor, The politics of recognition, 1992
·      François Bégaudeau, La classe (Entre les murs), 2006
·      Simone Weil, Piccola cara… lettere alle allieve (Cahiers Simone Weil), 1991
·      R.Guardini, La rosa bianca (Die weisse rose), 1994

… to be continued

Monday 20 September 2010

Tra “nobile semplicità in pacata grandezza” e “sturm und drang”

 Trovo che la storia delle arti figurative sia assolutamente parte essenziale per comprendere i principali movimenti letterari di cui spesso, a fatica si cerca di fare comprendere la sensibilità a liceali troppo poco abituati alla poesia…
A tale scopo ho provato a montare un video di accompagnamento ai pensieri del Winckelmann (“edle Einfalt und stille Größe”), del Rousseau della Nouvelle Eloise, del Monti del Prometeo e ovviamente di quel grande movimento di “spirto guerrier” che ne seguì…


Between “noble simplicity and quiet grandeur” and “storm and urge”
I find that the history of visual arts obviously is an essential part in order to understand the main literary movements; the same movements that you’re trying to make understand to many high school students, not very useful to poetry…
In order to this aim I’ve tried to install a video-projection to accompany Winckelmann thoughts, (edle Einfalt und stille Größe), Rousseau’s Nouvelle Eloise, Monti’s Prometheus and, indeed, that great movement of “warrior spirit” (spirto guerrier) that followed…



Friday 17 September 2010

Dante docet


“…che l'arte vostra quella, quanto pote,
segue, come 'l maestro fa 'l discente;
sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote.” (Inferno vv. 103-105)

Dobbiamo tenere presente un ulteriore fatto; nell’ XI canto dell’Inferno Virgilio spiega a Dante come è organizzato l’Inferno e aggiunge, all’inizio, il fatto che la letteratura, le arti, sono “nepoti di dio”, perché la natura è figlia di dio, in quanto creata da dio; l’arte, la letteratura, la parola scritta è nipote, cioè dipende dalla natura, ma dipende anche direttamente da dio; quello che l’uomo aggiunge con tutte le forme delle arti è qualcosa che si aggiunge alla creazione è un di più della creazione. La creazione non è quindi finita una volta per tutte, me per privilegio della letteratura e delle arti, aggiunge qualcosa alla natura, offre un’aggiunta a dio creatore.

Lo scorso anno, ho avuto la possibilità di avere, per i miei studenti di letteratura, un’importante lezione con il famoso critico Giorgio Barberi Squarotti. Nello spiegare Dante Alighieri si è soffermato a chiarire il perché del fare letteratura e arte e mi è sembrato così importante nell’avvicinarsi a qualsiasi forma d’arte.

“…your art follows her so far as it can,
as the disciple does the master,
so that your art is as it were grandchild of God” (Inferno, 103-105)

We have to remind an other concept; in the 11th Canto of Dante’s Inferno, Virgil explain to Dante which is the plan of the place and he underlines the important concept that literature, arts, are “grandchild of God”, because nature is God’s daughter, created by God; art, literature, words are grandchild, they depend from nature, but, at the same time they directly depend from God; what the man add, in all arts forms, is something added to creation, it is one thing more that creation. Creation is not yet finished, and for a privilege of literature and art, it adds something more to nature, provides an addition to creator God.

Last year I had the opportunity to have a class for my literature students with the famous literary critics, Giorgio Barberi Squarotti. While he was explaining Dante Alighieri he lingered to clarify why human beings are doing literature and art, and it seemed to me so important to approach any art form.


Thursday 16 September 2010

Ce qui ont dit non: Gabriel Mouesca


Ceux qui ont dit non
Gabriel Mouesca : "Non à la violence carcérale"
de Caroline Glorion

“Je comparais devant vous, messieurs les jurés, avec une triple connaissance de la prison.Une connaissance charnelle: j’ai passé dix-sept ans de ma vie derrière les barreaux; une connaissance humanitaire; je suis maintenant employé du mouvement Emmaüs; et une connaissance politique; je suis l’actuel président de l’Observatoire International des prisons. Pendant des années, j’ai été l’incarnation du mal. Aujourd’hui, j’ai accès à la parole et je ne peux parler au nom de ceux qui sont jamais entendus!






Je vous conseille de lire ce livre avec votre étudiantes (de 12 ans et plus) parce que nous raconte le combat de Gabriel contre l’arbitraire et l’inhumanité du système pénitentiaire français.

“La prison est une mangeuse d’homme et ce soir une image me vient à l’esprit.Des falaises surplombent la mer depuis des millions d’années et pourtant un jour l’une d’elles s’effondre. Pourquoi cette falaise qui a tenu le coup tombe-t-elle un jour?Inexplicable sauf qu’il a été observé que la falaise pendant des milliers d’années a été attaquée par l’océan. Des vagues, des larmes qui viennent repartent et attaquent la roche.
La prison c’est comme ça. Tu restes debout claque seconde qui passe et puis à un moment, comme la falaise qui tombe, tu t’effondres. Tu passes de l’autre côté du miroir, tu arrêtes de communiquer ave les autres prisonniers, tu t’enfermes en toi-même, les murs de ta cellule deviennent comme une seconde peau.À force d’humiliations, de brutalité, d’inactivité et d’inutilité, tu t’as plus de notion du bien, du mal, du jour ni de la nuit, tu n’as pas plus d’espoir…”

Et ici le message de Gabriel Mouesca que j’ai bien rencontré le samedi dernier, et il avait ce mot pour les jeunes…

La Peine de mort à été
abolie en France en 1981…
Il revient à votre génération
D’Italie, de France et d’ailleurs
De créer les conditions pour
abolir la Prison!
Travaillons en faveur d’un
Monde de Justice et de
Paix.
Fraternellement
Gabriel Mouesca”

Wednesday 15 September 2010

Freedom Writers


Freedom Writers
(Usa 2007) by R.Lagravese, with H.Swank
taken form the book “Freedom Writers diaries"


This involving story, made by a group of students coming from downtown. it concern about the experience of a novice teacher; she arrives, the first day of the academic year in Long Beach high school, the scene of race riots in Los Angeles in 1994, on suit and pearls collar, her daddy’s gift. She is self-confident, in force of their great aims, great words and a great trust in school system. The effect is chilling; and moreover, her effort to win the students with hip-hop music in class (the only communication way they know) it seems ridiculous and it is not helpful to be accepted by them all. And the class is slowly depopulating.
Then, the intuition arrives; the great ideas are replaced with the meeting and the will to share their reality. Professor Gruwell is the only person who is able to give them the only thing they need; to be listened and loved.
Throughout a dangerous school reality, torn by violence and race riots, Erin Gruwell fights against a slack system, in order to make possible that the school and the study become important in her students life. And therefore, talking about their own stories, and listening to each others, for the first time, they look in the face the others, they know each others, they start to consider the others like friends; these theoretically “irrecoverable” students will learn the power of tolerance, will put in order their own broken lives, will find the hope they were needing, able to adduce them the force to change their world, in order to don’t allow that the violence and their belonging to some “gangs” prevail over their friendship and over what’s really is worth.
And while the cynical and resigned school system is neither committed to provide to literature books, because they will be “probably wasted”, it will bend to the fact that the students are reading novels, are moving by Anne Frank story, and even that they are writing their own stories (The Freedom writers Diaries")

Una storia coinvolgente, popolata da ragazzi di città indisciplinati e a rischio, ruota attorno alla figura di un’insegnante alle prime armi che si presenta, il primo giorno di scuola a Long Beach, scenario degli scontri razziali a Los Angeles nel 1994, in tailleur e collana di perle regalate da papà, con grandi ideali, belle parole e una forte fiducia nel sistema scolastico. L’impatto è agghiacciante e anche il suo tentativo di portare in classe la musica hip-hop, l’unico linguaggio che loro conoscono, sembra quasi ridicolo e non l’aiuta certo a farsi accettare. E la classe, piano piano si spopola.
Poi l’intuizione; le belle teorie si sostituiscono con l’incontro e il volere entrare a fare parte della loro realtà. La professoressa Gruwell è l’unica persona in grado di dare loro l’unica cosa di cui hanno veramente bisogno; essere ascoltati e amati.
Gettata in una realtà scolastica pericolosa e lacerata dalla violenza e dalle tensioni razziali, Erin Gruwell si batte contro un sistema negligente, per fare sì che la scuola e lo studio diventino importanti nella vita dei suoi studenti. E così, raccontando le loro stesse storie e ascoltando le storie degli altri si mettono uno di fronte all’altro, si conoscono, cominciano a considerarsi amici; questi ragazzi, teoricamente “irrecuperabili” scopriranno il potere della tolleranza, metteranno ordine nelle loro vite spezzate e troveranno la speranza di cui avevano bisogno, capace di dare loro la forza di  cambiare il loro mondo, di non lasciare che la violenza e l’appartenere a una “gang” prevalga sull’amicizia e su quello che realmente conta. E anche il sistema scolastico cinico e rassegnato, che non si impegna nemmeno nel fornire ai ragazzi i libri di letteratura, perché andranno “sprecati”, dovrà piegarsi al fatto che i ragazzi leggano romanzi, si commuovano davanti alla storia di Anna Frank,  e addirittura inizino a scrivere la loro storia (i Freedom Writers Diary).




Tuesday 14 September 2010

the first day of school

today, 14th of september 2010, in Italy we are going to come back to school desks...
Dear job mates, I propose you one little lecture to face off together this new year:
"There are few people who is really able to educate. One thing is to evoke, other thing is to educate. And, of course, if you are an evocative, you are not, at the same time, educators. Educate is a work, during the time, and following a certain deeper idea. It is just like the sculptor's job: he pull out from a marble block the alive figure of human being; he has to use the chisel, paying attention, and with a sort of logical concept, in order to not break a too big block of marble and, therefore, waste all the work.
Education is an art, and arts need their own minimal technique; when you are owner of the technique you should add the creation. An evocation, without education, is just a disappointment.
This kind of education is a way to communicate himself or herself, everyone own way to face off the reality. Even if you are in one class, where it seems impossible to do anything, the only thing you can do it is to communicate yourself, your own way of life; a company. And this means that you have to live this company! If you don’t live it, what are you going to transmit? In this way of communication of yourself, they don’t have to see you, but something more. This point of view it sounds good for the maths teacher too; communicate yourself means communicate your passion for maths, and this is linked to your passion for all life; only a company could give you this passion for the life. My way to be lover of my own subject it has to show an experience.
For this reason, a group of educators is very important; and following this group you have to pay attention also to educate the youngest that they are not autonomous; they belong to something real, like a company.


"Pochi sono capaci davvero di educare. Un conto è evocare, un conto è educare! Non è detto che un evocatore sia anche un educatore. Educare è un lavoro che si svolge nel tempo e seguendo una certa idea di fondo. E’ come il lavoro dello scultore che tira fuori da un blocco di marmo quadrato l’immagine vivente di una persona; deve utilizzare lo scalpello con attenzione e secondo una certa logica, per non spezzarne un blocco troppo grande e rovinare tutta l’opera. L’educazione è un’arte e le arti hanno bisogno di una loro tecnica minima; alla padronanza della tecnica si aggiunge poi la creatività. L’evocazione che non ha educazione è una delusione.
Questa educazione consiste nel comunicare se stessi, il proprio modo di accostare la realtà. Anche se ci si trova in una classe in cui sembra di non potere fare nulla l’unica cosa che si deve fare è comunicare se stessi, il proprio stile di vita: una compagnia. Allora vuol dire che devi viverla questa compagnia! Se non la vivi tu, che cosa comunichi? In questo comunicare se stessi non devono vedere te, ma qualcos’altro. Il discorso vale anche per il professore di matematica: comunicare sé vuol dire comunicare la propria passione per la matematica, legata alla propria passione per la vita, passione che solo la compagnia ti dà. Il mio modo di essere appassionato a una materia deve riflettere un’esperienza.
Per questo il gruppo degli educatori è importantissimo, e tra essi anche chi si preoccupa dell’educazione alla compagnia, nel senso di “non-autonomia”, di appartenenza a qualcosa di concreto che è la compagnia.
The greaTeachers

Vyssi Princip. (Per un principio superiore, For an higher principle)
a movie by Jirì Krejcik, (Czechoslovakia, 1959)