Una storica casa editrice francese, Les editions de l'Atelier, continua la collana dedicata al dialogo e alla conoscenza di religioni e culture diverse; questioni che oggi sono al cuore della questione sociale, (in Francia soprattutto, ma anche in Italia il problema sta diventando all'ordine del giorno) essendo le nostre realtà molto composite a livello culturale ed etnico. Purtoppo si vede sempre di più come oggi si stia sviluppando un discorso molto conservatore che sostiene che chi non é italiano, francese, inglese o tedesco di origini deve o conformarsi alle norme dettate dalla società di quel paese o andarsene. Questo discorso di appoggia sul una idea diffusa di fallimento della società multiculturale. I conservatori che qualche hanno fa sostenevano la pluralità culturale, oggi affermano che la coabitazione tra culture diverse é un’esperienza fallita.
Thursday, 29 September 2011
Wednesday, 28 September 2011
Georges Rouault nella testimonianza di Raissa e Jacques Maritain
“Avemmo la gioia di conoscere bene Rouault e di vederlo assai spesso
durante gli anni in cui egli e noi abitavamo a Versailles. Egli era
allora in tutto simile ad alcuni dei suoi Pierrots o dei suoi
pagliacci. (...) Fu da lui che noi imparammo a conoscere quello che può
essere la sensibilità, la lealtà nei confronti della propria arte,
l’eroismo di un grande artista”: così scrive, in una sorta di
autobiografia (I grandi amici, Vita e pensiero, Milano 1975, p.
134) la letterata e mistica Raissa Maritain nel 1941. Usa la prima
persona plurale perché include il marito, il filosofo tomista Jacques
Maritain, ed un po’ anche la sorella Vera; il ricordo si riferisce ai
primi anni del XX secolo. A cosa si deve l’ammirazione sconfinata per
questo loro amico, considerato addirittura “uno dei più grandi pittori
di ogni tempo” (p. 138)?
Tuesday, 27 September 2011
"Insegnare Letteratura Oggi" di R.Luperini
1.
A lungo, per quasi due secoli, insegnare letteratura ha voluto dire raccontare una grande narrazione fondata sul nesso letteratura-identità nazionale-storia. Ogni popolo d’altronde trova la propria identità in una sorta di racconto mitico. In Italia, era la letteratura, assai più dell’arte o della musica o di una leggenda delle origini, a garantire un sogno di identità e di unità nazionale. Questa situazione dava senso tanto alla letteratura quanto a chi la insegnava che si trovava investito di un ruolo particolare e per qualche verso persino privilegiato. Il professore di italiano – e soprattutto quello dei licei – formava una classe dirigente nella cui cultura l’educazione letteraria e il momento umanistico costituivano ingredienti fondamentali. Da De Sanctis a Sapegno, Petronio, Muscetta questa visione del rapporto fra storia e letteratura assumeva la forma di uno storicismo progressivo e lineare, fondato sulla fede nel progresso e sul disegno di una evoluzione della civiltà nazionale. I critici letterari e gli insegnanti di letteratura erano interpreti e mediatori del nesso fra identità nazionale, letteratura e racconto storiografico dell’una e dell’altra. La letteratura stessa aveva contribuito in modo decisivo alla elaborazione di questo racconto mitico e identitario: Dante, Petrarca, Ariosto, Machiavelli, Foscolo, Manzoni, il giovane Leopardi e poi Carducci, Pascoli e d’Annunzio ne hanno ordito in modi diversi la trama.
A lungo, per quasi due secoli, insegnare letteratura ha voluto dire raccontare una grande narrazione fondata sul nesso letteratura-identità nazionale-storia. Ogni popolo d’altronde trova la propria identità in una sorta di racconto mitico. In Italia, era la letteratura, assai più dell’arte o della musica o di una leggenda delle origini, a garantire un sogno di identità e di unità nazionale. Questa situazione dava senso tanto alla letteratura quanto a chi la insegnava che si trovava investito di un ruolo particolare e per qualche verso persino privilegiato. Il professore di italiano – e soprattutto quello dei licei – formava una classe dirigente nella cui cultura l’educazione letteraria e il momento umanistico costituivano ingredienti fondamentali. Da De Sanctis a Sapegno, Petronio, Muscetta questa visione del rapporto fra storia e letteratura assumeva la forma di uno storicismo progressivo e lineare, fondato sulla fede nel progresso e sul disegno di una evoluzione della civiltà nazionale. I critici letterari e gli insegnanti di letteratura erano interpreti e mediatori del nesso fra identità nazionale, letteratura e racconto storiografico dell’una e dell’altra. La letteratura stessa aveva contribuito in modo decisivo alla elaborazione di questo racconto mitico e identitario: Dante, Petrarca, Ariosto, Machiavelli, Foscolo, Manzoni, il giovane Leopardi e poi Carducci, Pascoli e d’Annunzio ne hanno ordito in modi diversi la trama.
Monday, 26 September 2011
Friday, 2 September 2011
Miral’s Rula Jebreal: The Palestinian Woman who wrote the Book that Started this Big Screening War
Rula Jebreal, whose autobiographical novel inspired Julian Schnabel’s film Miral, condemns violence by Israelis and Palestinians, quotes Yitzhak Rabin, and is dedicated to peace. So why did the Israeli Government, the American Jewish Congress and the Anti-Defamation League try to stop the film’s premiere at the United Nations?
It’s not often that a movie’s theatrical release is an historic moment. But Miral, which opens today in LA and NYC, is the first Hollywood film to look at the Israeli-Palestinian conflict through the eyes of Palestinians, Palestinian women, at that. The film is based on the autobiographical novel of Rula Jebreal, the Palestinian journalist, who was born in Haifa, raised in East Jerusalem, has lived in the Middle East, Europe and, most recently, New York. Directed by the New York-based Jewish-American artist and filmmaker Julian Schnabel, Miral offers glimpses of history, as experienced by Palestinian women, starting with the formation of Israel and ending with the Oslo Accords. It premiered at the UN’s General Assembly, on March 14th, drawing stars from Robert de Niro to Sean Penn, along with a storm of protest.
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