Saturday, 31 December 2011

DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE

di Giacomo Leopardi (Operette Morali)
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.
 



CON UN AUGURIO DI SPERANZA E PIENEZZA PER QUESTO 2012 IN ARRIVO

Friday, 30 December 2011

Monsieur Vincent

un film di Maurice Cloche, Francia 1947 con Pierre Fresnay e con la sceneggiatura di J.Anouilh (Becket)

Il film sulla vita di san Vincenzo de’ Paoli è il racconto biografico di questo uomo che ha sempre agito secondo coscienza e con desiderio di portare a compimento quello che Dio gli mette davanti.

Fin dall’arrivo nel piccolo paese di Chatillon-Les-Lombes, dove prende il posto di curato, quando, mentre cammina per le strade, gli piovono pietre dalle case della gente atterrita dalla peste, il film mette al centro continuamente il contrasto tra la necessità di povertà fisica e morale di Vincenzo e l’austera e moralista autorità con la quale Vincenzo si confronta nella Francia del XVII secolo.

Sunday, 18 December 2011

L'EDUCAZIONE AL BIVIO di J.Maritain



saggio a puntate


LA NATURA UMANA E L’EDUCAZIONE

L’EDUCAZIONE DELL’UOMO

Ho scelto come titolo gnerico: L’educazione al bivio; ma avrei potuto intitolare il mio libro L’educazione dell’uomo, sebbene tale titolo possa sembrare involontariamente provocatorio: poiché molti dei nostri contemporanei conoscono l’Uomo primitivo o l’Uomo occidentale o l’Uomo dell’età industriale o l’Uomo criminale o l’Uomo borghese o l’Uomo proletario; ma stanno ancora a chiedersi che cosa si intende quando si parla dell’uomo.

Senza dubbio il compito dell’educazione non consiste nel formare quell’astrazione platonica che è l’uomo in sé, ma nel formare un dato fanciullo appartenente ad una data nazione, ad un dato ambiente sociale, ad un dato momento storico. Tuttavia, prima di essere un bimbo del secolo ventesimo, un ragazzo americano o europeo, un precoce o un tardivo, questo fanciullo è un figlio dell’uomo. Prima di essere un uomo civile – almeno spero di esserlo – e un francese educato nei circoli intellettuali di Parigi, io sono un uomo.

Se è vero, inoltre, che il nostro principale dovere consiste, secondo la profonda massima di Pindaro (e non di Nietzsche), nel diventare ciò che siao, niente p più importante per ciascuno di noi e neinete è più difficile che diventare un uomo. Così il compito principale dell’educazione è soprattutto quello di formare l’uomo, o piuttosto di guidare lo sviluppo dinamico per messo del qualel’uomo forma se stesso ad essere un uomo. Questa è la ragione per cui avrei potuto adottare come titolo: L’educazione dell’uomo.

Non dobbiamo dimenticare,nel corso del libro, che la parola educazione ha tre significati ben distinti, quantunque spesso si sovrappongono l’un l’altro, e si riferisce sia a qualunque processo per mezzo del quale un uomo è formato e condotto verso la sua perfezione (educazione nel senso più lato), sia all’opera di formazione che gli adulti intraprendono nei confronti della gioventù, sia (in senso più stretto) al compito specifico delle scuole e delle università.

In questo capitolo tratterò degli scopi dell’educazione. Nel corso di questa trattazione incontreremo ed esamineremo, volta a volta, alcuni significativi errori riguardanti l’educazione (sette in tutto).

L’uomo non è soltanto un “animale di natura”, come l’allodola o l’orso. È anche un “animale di cultura”, la cui specie può sussistere soltanto con lo sviluppo della società e della civiltà; è un animale storico: donde la molteplicità dei tipi culturali o etico-storici che diversificano l’umanità; da qui, anche, l’importanza dell’educazione. Per il fatto stesso di essere dotato di un potere di conoscenza illimitato, che però deve avanzare per gradi, l’uomo non può progredire nella sua vita specifica, sia sul piano spirituale che morale, senza l’aiuto della esperienza collettiva accumulata e conservata dalle generazioni precedenti e di una regolare trasmissione delle conoscenze acquisite. Per raggiungere questa libertà nella quale attua se stesso, e per la quale è fatto, egli ha bisogno di una disciplina e di una tradizione che incideranno notevolmente su di lui e al tempo stesso lo rafforzeranno tanto da renderlo capace di lottare contro di esse. Ciò arricchirà questa tradizione stessa e la tradizione arricchita, poi, renderà possibili nuove lotte e così via.

Tuesday, 6 December 2011

“Tendency of hating mathematics”

NTA member in Japan                            
Math teacher in Junior High School


I am teaching mathematics in junior high school and unfortunately 70% of my students show their tendency of disliking this subject. They are not sure why they hate it so much, but I can assume their reasons: it is probably this subject is too difficult for them, not attracted at all, and more importantly they cannot find the meaning in it saying “is this subject really useful for our future?”
 As for teacher myself, the text is not interesting at all. In there, I do not find any parts where students are encouraged to use their intelligence. For instance, there is a section on entitled “let’s think”; however, you can find the answers right below the questions! How can they think and enjoy reaching the answers. So, I am always trying my best to prepare for original questions and some additional materials so that my students might undergo a joy and satisfaction in solving questions.
 In my class, I also encourage my students to help one another when they work on some in-class exercise. For example, I always go check their answers of those who do well in class, and if their answers are correct, I ask them to help other classmates who are in need by moving around. Of course, instructing young students to meet the goal is not that easy, but I can see my students start to care for his or her classmates a little by little. I think this progress made out of my students is very important.
 Here, I would like to illustrate one episode in my class. One day, we were working on calculation of equation. My students were complaining this and that as usual in doing the exercises because I gave this assignment every time. But, I found it interesting that although the students are tired of working on the similar questions over and over, yet they showed their pleasure screaming “it was not that difficult!”, or “yes, I made it!” after answering the questions. I was very pleased to see their big smiles.

Monday, 5 December 2011

“Club activities so-called ‘bukatsu’ in Japanese junior high school”




According to “White Paper on Young Teachers’ Life” complied by Youth Group of the Teachers’ Association of Aichi-prefecture, the results of the teachers’ opinion poll regarding “instructing students” were reported as follows;
1.    What problems do you have regarding teaching?
- “I cannot pay enough attention to my students”…76.3%
(There are about 40 students in a class. Teachers have to teach 20~21 classes in a week and do a lot of school affairs and duties.)
- “I find it difficult dealing with student’s immoral behavior in appropriate way” …54.7%

As for club activities which is a characteristic of Japanese educational system,
2.  Do you often feel its burden when you instruct your students in the activity?
- “Yes”…87.5%

3. If you do, then, what is your problem?
- for elementary school teachers:
 “Since I have no actual background with regard to the activity I engage now,
I am not able to give students efficient instruction”…63.9%
- for junior high school teachers:
 “Since I have to spend weekend for the activities, I cannot get rid of my distress”…52.6%

As you know by now, we have club activities after school in Japan. It is called “bukatsu” which includes sports and some cultural activities. This “extracurricular activities” is a part of school education in Japan; therefore, teachers are responsible for not only teaching subject requirement but also guiding students in clubs. We can rely on lecturers from outside schools in guiding these activities if we wish, but there are usually financial problems. In parallel with that, teachers have to work on other school business, too. In other words, teachers spending their time on both Saturday and Sunday for these club activities are working overtime; their works are absolutely in service range not been paid.
It is no doubt that it is necessary for students to learn the communal life through these activities because they are allowed to communicate with many other students regardless of their grade level as well as class level. This experience must be something very exciting for students. In fact, there are some students who come to school because of the club activities he or she belongs to. Furthermore, these activities are much more worthwhile than just spending their time sitting for hours in front of TV or video games, etc. At the same time, I really think there must be some other ways to manage the club activities humanly especially for the young teachers who are often obliged to face its burden.
Bukatsu

 愛知県教員組合青年部作成の「青年教師の生活白書」によると,次のような現状がある。�指導上悩んだり,困ったりすることは?
「ゆっくり時間をかけて子どもに対応することができない」76.3%
「問題行動などに対する適切な指導が難しい」54.7%
また,日本の学校教育における特徴的な部活動に関しては,
�指導を負担に感じることがあるか?
「ある」87.5%であった。
�負担を感じていることは何か?
小学校では「経験したことのない部活動のため,効果的な技術指導ができないこと」63.9%
中学校では「休日活動を多く設定せざるを得ず,疲労が蓄積する」52.6%

日本の学校教育の中には「部活動」と呼ばれる授業外のスポーツ指導,あるいは文化指導がある。これは,「課外活動」ではあるが,学校教育の一貫で,教員が教科指導に加えて指導にあたる。外部講師の要請もできるが,学校経費上少ないのが現状である。また,それと並行して各種学校業務も行わなければならない。土日の練習も含めるとそのほとんどが勤務時間を越えてのサービス勤務ということになる。
もちろん,生徒たちにとって,この課外活動は学年や学級を越えた集団生活を学び,また普段の授業とは違って興味深い活動となることは確かである。部活動が楽しみで来る生徒も多い。また,家に帰ってテレビの前に何時間も居座るよりも,パソコンやテレビゲームに没頭するよりもずっと意味があることは確かだ。しかし,一部の教員の負担を考えると,より良い運営方法があるのではないかとも思う。