Monday, 15 October 2018

La vocazione di maestro

di Maria Zambrano

PARTE I
Tutte le vocazioni hanno qualcosa in comune, senza alcun dubbio. Approfondire il luminoso fenomeno in cui consiste la vocazione esige un trattato, e forse ancor più un sistema di pensiero a partire dal quale la vocazione appaia come una di quelle cose intellegibili che non solo si capiscono, ma danno una mano a farsi capire. La maggior parte dei sistemi filosofici del mondo moderno, delle ideologie che lo invadono, non permettono neppure che si tenga conto del fatto della vocazione, e tantomeno può essere usata la parola stessa, vocazione.
Invece, della vocazione di parla di professione, spogliando questa parola dal suo senso originario, rendendola equivalente a “occupazione” o al semplice lavorare per guadagnarsi da vivere.
La parola vocazione ha, come tutte le parole, affinità con altre; è rinchiusa all’interno di una costellazione e, infatti, ci sono parole che sembrano consanguinee perché hanno la stessa sorte come, ad esempio, accade con la parola destino.
Non si può nemmeno parlare di destino se non risulta chiaro che ci si riferisce alla vocazione. Le persone, invece di usare “destino” dicono “impiego”; il “destino” di un essere umano è ridotto a trovare ciò che gli risulta più conveniente tra gli impieghi che gli sono accessibili.
Per far sì che a vocazione, o il destino, di una persona si riveli, è necessario un sistema di pensiero che lasci spazio all’individuo, che gli dia la libertà, una libertà che sia il mezzo in cui vive, intangibilmente, la persona. (Parlo di) un individuo non intercambiabile con un altro e al quale non si possa strappare il suo ultimo segreto che soltanto la vita libererà nella luce. È una libertà all’interno della quale respira la persona e i cui limiti non possono essere tracciati con anticipo: si può situarla all’interno della condizione umana ma niente di più. Poiché ogni persona umana è innanzitutto una promessa di realizzazione creatrice. Quando si sente il prossimo come persona, si spera sempre in lui e, di conseguenza, uno dei dolori più grandi che ci procura la vita è assistere allo sprofondamento o alla falsificazione di quella promessa. Approfondendo un po’ il nostro tema, potremmo dire che questo è uno dei patimenti che visitano, in particolar modo, chi ha la vocazione di maestro.
Nell’accostare la vocazione specifica di essere maestro, educatore, troviamo innanzitutto il fenomeno della vocazione in generale e l’essenza della vocazione. Abbiamo necessità di domandarci che cos’è la vocazione per indagare in seguito ciò che è proprio della vocazione del maestro. La prima cosa che scopriamo è che, all’interno della filosofia moderna, non esiste un ambito adeguato in cui si facciano conoscere il fatto reale della vocazione e della sua essenza, senza la volontà di esaurire la questione diremo perché: diremo qualcosa della necessità che ha la filosofia di far apparire tale aspetto essenziale per la vita umana. E alla luce di questo ci avvicineremo a considerare che cosa sia la vocazione in generale e cosa sia nello specifico quella di essere maestro. (…)

da "Per l'amore e per la libertà" - scritti sulla filosofia e sull'educazione
Ed. Marietti 1820

Maria Zambrano (Vélez-Malaga 1904-Madrid 1991) è considerata una delle più grandi figure del pensiero del 900. Visse per oltre quarant'anni in esilio a causa della sua opposizione al franchismo. Abitò anche in Italia, a Roma, dove condivise ricerche e amicizia con Elena Croce, Cristina Campo e Elemire Zolla, tra gli altri. Vasta e multiforme è la sua produzione di scritti. In Italia sono tradotte numerose opere. 

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