A very big friend of mine asked me more details about the project on "Spirited Away", La Città Incantata, by hayao Miyazaki, and I would complete it.
Thank you very much for your collaboration
La città incantata (千と千尋の神隠し - Sen to Chihiro no kamikakushi) è un film d'animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki.
Il titolo originale potrebbe essere tradotto con Il rapimento spirituale di Sen e Chihiro, ma la lingua giapponese ha molteplici interpretazioni e molti concetti sono intraducibili, per questo è possibile solo una traduzione che si avvicini all'originale.
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La città incantata (千と千尋の神隠し - Sen to Chihiro no kamikakushi) è un film d'animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki.
Il titolo originale potrebbe essere tradotto con Il rapimento spirituale di Sen e Chihiro, ma la lingua giapponese ha molteplici interpretazioni e molti concetti sono intraducibili, per questo è possibile solo una traduzione che si avvicini all'originale.
Kamikakushi è un concetto della tradizione giapponese: quando un bambino si perde si dice che è stato portato via spiritualmente da un dio (spesso uno dei capricciosi dèi minori) e si usa il termine kami-kakushi (nascosto dagli dei). Il bambino rapito o scomparso si risveglia poi lontano da dove è stato rapito e non ricorda nulla del tempo intercorso. Il titolo inglese Spirited Away sembra avvicinarsi maggiormente all'originale.
Osservando poi il nome della protagonista, che agli inizi del film viene tramutato da Chihiro a Sen, si vede che si basa sui seguenti kanji (il tipo principale di caratteri giapponesi): 千 che si pronuncia "Sen" o "Chi" e significa "mille"; と che significa "braccio" (è una unità di misura delle profondità marine equivalente a 1,8 m). Il passaggio quindi da Chihiro 千と (che significa probabilmente "grande profondità") a Sen 千 avviene "rubando" un carattere. Quindi Chihiro vendendo il proprio nome a Yubaba vende la propria “profondità” e di lei resta solo un numero “mille”.
Il film è una lunga e delicata favola sulla semplicità d'animo, il coraggio, l'amicizia, l'amore, ma soprattutto la forza dell'altruismo. Realizzato tecnicamente molto bene, sia a livello di scenografie, disegni, movimento ed espressioni facciali, che a livello di dialoghi, è ricco di accorti particolari che lo rendono umano e vivo.
La bambina protagonista non è dotata di superpoteri, né di doti fisiche fuori dal comune, ma più umanamente di forza di volontà e bontà spontanea e semplice. Il suo viaggio nella città incantata di certo si apprezza maggiormente potendo cogliere gli infiniti riferimenti alla vasta cultura giapponese (spiriti e dei in primo luogo), ma non è meno significativo o toccante anche per uno spettatore occidentale.
La città incantata è la storia di Chihiro, bambina viziata e capricciosa che, per uno strano scherzo del destino, si troverà catapultata in una realtà insidiosa e dovrà coraggiosamente affrontare mostri e spettri, fino a raggiungere la fiducia in se stessa. Il film d’animazione del maestro giapponese del genere, Hayao Miyazaki, ci fa seguire con trepidazione le avventure della piccola Chihiro che, staccatasi dai genitori, impara a conoscere le proprie forze e immancabili debolezze in un mondo di rara bellezza ma anche di straordinaria pericolosità.
Sin da subito incontrerà un alleato altrettanto giovane, il solo apparentemente ambiguo Haku, che sarà la sua guida spirituale nel nuovo mondo di cui ha varcato le soglie. Il male è rappresentato da Yubaba, signora malvagia della città che trova però nella sorella gemella, Zeriba, un adeguato completamento. Non manca il tema dell’ecologia, con lo spirito del fiume, o del Dio Denaro, a cui appariamo ormai esserci asserviti tutti. Infiniti gli spunti di riflessione, benché sia necessario anche abbandonarsi alla bellezza delle immagini e alla fantasia delle continue invenzioni per godere appieno dello spettacolo che ci viene così generosamente offerto.
La storia di Chihiro, che diventa Sen, racconta di un cammino in cui la protagonista trova la forza e la capacità di prendere in mano la propria esistenza, assumendosi responsabilità, facendo scelte, anche dolorose.
Chihiro è una ragazzina che si sta trasferendo coi suoi genitori: con la macchina sbagliano strada e si trovano di fronte a un tunnel oscuro. Lo percorrono e si trovano in una città fantasma: gli adulti, affamati, iniziano a mangiare delle leccornie e si trasformano presto in maiali da ingrasso. Chihiro scoprirà che è capitata in uno stabilimento termale per spiriti governato dalla strega Yubaba: e per liberare i parenti dall’incantesimo dovrà superare varie prove. Questo film è un’autentica favola morale sul passaggio dall’infanzia all’età consapevole con messaggio ecologico e riflessioni sui mali sociali: attraverso la sua tipica narrazione lenta scopriamo un mondo che non è altro che una dimensione parallela della nostra società (e soprattutto quella giapponese), con le stesse regole e gli stessi meccanismi. Ma grazie a un ricordo culturale ricchissimo – che spazia dai miti greci (la maga Circe, Orfeo ed Euridice) alle fiabe occidentali più popolari (Peter Pan, Alice nel paese delle meraviglie, Il mago di Oz, Pinocchio), dalle tradizioni religiose e animistiche giapponesi (come quella dei Kami, gli dei, e i Rei, gli spiriti) i personaggi creati sono straordinari e nella loro semplice divisione tra bene e male, impensabili per la nostra cultura, e soprattutto per qualsiasi cartone animato per bambocci occidentali abituati a un’oziosa grafica da Playstation.
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