Wednesday, 13 July 2011

Salvador: 26 anni contro

"És projectant-nos en el futur,
sentint el pes del pressent,
on radica la nostra raó d’ésser..."
Salvador Puig Antich
La Model de Barcelona, dicembre 1973,
frammento di una lettera scritta alla sorella Marçona

I giovani lottano contro il potere contro l'oppressione, la dittatura; in Germania contro la dittatura nazista, c'è la Resistenza in Italia, la dissidenza contro il comunismo stalinista, il movimento pacifista contro la Guerra in Vietnam; Martin Luther King, Arafat, Che Guevara; e in Spagna, certo, contro la più duratura dittatura fascista in Europa, quella di Francisco Franco.
Agli inizi degli anni Settanta si forma in Spagna il Movimento Iberico de Liberacion, un gruppo di giovani militanti nel partito di estrema sinistra che si pone come obiettivo, attraverso una lunga serie di rapine e azioni provocatorie, quello di finanziare l'ala più militare del movimento. Tra loro c'è Salvador Puig Antich, un ragazzo introverso, lunatico forse, ma dal fine e sensibile intelletto. Inizialmente le azioni vanno tutte a "buon fine", ma quando in una rapina rimane ferito un impiegato le cose cominciano a precipitare. La polizia, frustrata dalle continue imprese del movimento, riesce a tendere un imboscata in cui perde la vita un giovane ispettore, ma che vale l'arresto di Salvador. Da quel momento comincia una lotta contro il tempo per bloccare la condanna a morte del ragazzo.

Tuesday, 12 July 2011

RAGAZZI da MATURITA' o RAGAZZI da PEDEGREE? (quarta puntata)

TERZA PROVA

Le ingiustizie continuano, nel momento stesso in cui di una commissione esterna di quattro componenti “spalmati” su due classi a 10 minuti di strada tra loro, tre dei suddetti membri siano qui, mentre l’unica rappresentante del genere umano tra di loro sia stata inviata al Liceo Statale.

Sunday, 10 July 2011

RAGAZZI DA MATURITA' O RAGAZZI DA PEDEGREE (terza parte)

LE CORREZIONI

Il bello arriva con la giornata della “correzioni” (o “Dei delitti e delle pene”); una chermesse alla quale, fortunatamente, almeno i ragazzi non sono stati invitati.

Criterio valutativo n.1: non vogliamo sapere chi ha scritto il tema, per non essere influenzati.

Criterio valutativo n.2: conta di più chi ha parlato delle ricette di cucina di Antonella Clerici, del Big-Mac, di facebook, del Grande Fratello e delle veline in modo chiaro e con frasario da seconda media (perché così loro lo capivano meglio), di chi ha affrontato criticamente il problema in modo personale, proponendo argomentazioni un po’ più “profondine” in modo originale e con stile vivace e creativo.

Criterio valutativo n.3; non è sempre detto che sia la prof. d’italiano la persona più indicata a correggere i temi dei suoi studenti. Come può lei, che ha appena dichiarato di non avere la televisione per scelta, schifata dei realities e delle veline, e di non avere una pagina facebook, twitter o chissà quale altra diavoleria, essere competente nel giudicare questi temi? D’altra parte una prof. così non può che passare le sue serate facendo la maglia o scribacchiando sulla Settimana enigmistica. Molto meglio chiamare l’insegnante di scienze o di fisica dato che loro, si sa, di temi ne correggono tutti i giorni (e, si ribadisce, non sanno invece correggere bene le loro prove).

Criterio valutativo n.4; siamo noi insegnanti a definire come debba essere svolto un tema, quali idee ci devono essere, che sviluppo il ragazzo deve adottare, proprio come avviene con un problema di geometria o con la soluzione di una equazione. Se lo sfortunato primo tema capitato cerca di sostenere l’idea che, alla base della distinzione politica destra-sinistra, c’è una distinzione previa in ambito economico, fondando questa sua idea su una frase di Marx (noto economista e statista), citazione che non aveva nulla a che vedere con “Viva il comunismo e la libertà!”, questo tema, dopo aver letto solo la frase conclusiva, viene tacciato di essere una “esplicita dichiarazione di marxismo” e quindi non ortodosso. Io ricordavo che, comunque, i ragazzi dovessero essere valutati per come erano capaci di argomentare, sostenere, in forma propria e corretta, le LORO idee. Evidentemente non ho capito niente.

Criterio valutativo n.5; il saggio breve non mi è mai piaciuto, ma ancora di più adesso, da quando ho scoperto che il candidato deve citare praticamente tutti i testi proposti nei documenti correlati; il saggio deve risultare quindi un pamphlet dei commenti del ragazzo sui testi che altri hanno scelto. Che non si azzardi il candidato a proporre propri contributi (letterari, storici, giornalistici che siano) perché non vengono presi in considerazione, o non vengono capiti. Inutile spiegare alla Commissione che si può trovare, sul tema amore e morte, una correlazione tra l’eroismo di Ettore, che affronta la sfida con Achille, nonostante quella disgraziata di Andomaca lo scongiuri, sapendo di andare incontro a morte certa, e il titanismo di Leopardi, che esprime la lotta impari, ma resistente, dell’uomo contro una natura maligna e degenere che lo mette al mondo pur destinandolo alla morte e alla sofferenza. “Chissà dove l’avrà tirata fuori questa cosa del titanismo di Leopardi, nei testi non c’era!”.

Oserei quasi dire che tale tema abbia suscitato anche qualche controversia sull’esistenza o meno di un “titanismo” leopardiano.

Anche la correzione della prova di latino regala spunti di riflessione.

La prova è stata tradotta ufficialmente da un pool di super-professori del classico statale e deciso uno standard valutativo per gli errori; “tanto dei tre compiti che abbiamo guardato insieme, due erano da 15, il terzo era insufficiente, ma lo si può portare alla sufficienza”.

Qui invece esistono due categorie di compiti; 3-4 errori interpretativi, ma non strutturali, appena sufficiente, 6-7 errori gravemente insufficiente, pieno di errori gravemente insufficiente. Il tutto calcolato con i decimali; errore da 0,25, errore da 0,50, errore da 1,18, etc.

Questo alla prima lettura; la seconda lettura forse avrebbe potuto rivelare qualche incongruenza nella valutazione, ma era tardi e bisognava registrare i voti sul verbale!

E poi mi si viene a chiedere se ci sono rimasta male per i voti dei ragazzi; no, più che i voti, che sinceramente non mi interessano, mi preoccupo per i ragazzi. Per come hanno vissuto quest’anno, per quello che hanno dato, sofferto, per le storie che si portano dentro, per come abbiamo giudicato insieme quanto si studiava e per le loro discussioni sul titanismo leopardiano e sui pensieri di Seneca; per quello che loro hanno appreso della storia del nostro tempo, i suoi problemi e vicessitudini; e di come l’abbiano personalizzata.

“Vera oportet velis”, diceva proprio Seneca.

Ma siamo arrivati alla quinta giornata di riunioni e operazioni d’esame (plenaria, preliminare, due prove scritte e relative correzioni) e le Commissarie non hanno ancora letto i profili dei ragazzi. Perché a loro i ragazzi non interessano.

E nemmeno quello che hanno da proporre: le famose “tesine” che i ragazzi odiano fare, che gli insegnanti “esortano” gentilmente a fare e che, irrimediabilmente, i membri della Commissione ritengono dia loro troppo da fare; è sufficiente una “mappa concettuale” che indichi le materie trattate e gli argomenti di ogni singola materia; in pratica un indice racchiuso in cerchiolini collegati da freccine colorate. Ma, signor Commissario, l’indice è a pag. 3 della tesina.

Prossima tappa; terza prova scritta. Poi comincia il girone degli Orali.

VecchioZioWalt

To be continued...

Thursday, 7 July 2011

Barbiana: il silenzio diventa voce

La Fondazione don Lorenzo Milani ha realizzato una mostra itinerante sul parroco di Barbiana e la sua scuola. La mostra è pensata per scuole, associazioni, parrocchie e iniziative culturali in genere. Segue due filoni il biografico e i principali temi sviluppati da don Lorenzo sacerdote e maestro nella scuola di Barbiana. È composta da 27 pannelli autoportanti che non necessitano quindi di pareti d´appoggio e possono essere allestiti in qualsiasi ambiente coperto

L´esposizione può essere accompagnata da un catalogo che contiene, oltre all´intero percorso, anche gli scritti integrali da cui sono state tratte le frasi di don Lorenzo poste sui singoli pannelli.

Non vedremo sbocciare dei santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale.
Don Lorenzo Milani, da Esperienze pastorali

RAGAZZI DA MATURITA’ O RAGAZZI DA PEDEGREE? (seconda parte)

PRIMA PROVA SCRITTA: ITALIANO

Ci è andata anche abbastanza bene, a parte il ventaglio di opzioni sui temi proposti per quest’anno dal nostro Ministero; la fiera delle banalità e delle impossibilità. Addirittura la Commissaria ha sottolineato che oggi il clima è stato bello e famigliare “da scuola privata”, mentre domani, per latino, tutti sull’attenti, perché il clima sarà “da classico”; ah, mi scusi, ma non è anche questo un liceo classico? Nessuna risposta.

Tuesday, 5 July 2011

RAGAZZI DA MATURITA’ O RAGAZZI DA PEDEGREE?

Sono stata chiamata per la seconda volta nella mia breve carriera da insegnante a far parte della prestigiosa Commissione del fatidico esame di stato in cui i ragazzi con cui ho sofferto, gioito, studiato, ricercato e approfondito per un anno intero saranno giudicati più o meno maturi di affrontare la vita.

Mi scopro di nuovo idealista (e non me ne pento); e di nuovo vedo le mie speranze riposte nella scuola italiana, cadere miseramente.