Sunday, 10 July 2011

RAGAZZI DA MATURITA' O RAGAZZI DA PEDEGREE (terza parte)

LE CORREZIONI

Il bello arriva con la giornata della “correzioni” (o “Dei delitti e delle pene”); una chermesse alla quale, fortunatamente, almeno i ragazzi non sono stati invitati.

Criterio valutativo n.1: non vogliamo sapere chi ha scritto il tema, per non essere influenzati.

Criterio valutativo n.2: conta di più chi ha parlato delle ricette di cucina di Antonella Clerici, del Big-Mac, di facebook, del Grande Fratello e delle veline in modo chiaro e con frasario da seconda media (perché così loro lo capivano meglio), di chi ha affrontato criticamente il problema in modo personale, proponendo argomentazioni un po’ più “profondine” in modo originale e con stile vivace e creativo.

Criterio valutativo n.3; non è sempre detto che sia la prof. d’italiano la persona più indicata a correggere i temi dei suoi studenti. Come può lei, che ha appena dichiarato di non avere la televisione per scelta, schifata dei realities e delle veline, e di non avere una pagina facebook, twitter o chissà quale altra diavoleria, essere competente nel giudicare questi temi? D’altra parte una prof. così non può che passare le sue serate facendo la maglia o scribacchiando sulla Settimana enigmistica. Molto meglio chiamare l’insegnante di scienze o di fisica dato che loro, si sa, di temi ne correggono tutti i giorni (e, si ribadisce, non sanno invece correggere bene le loro prove).

Criterio valutativo n.4; siamo noi insegnanti a definire come debba essere svolto un tema, quali idee ci devono essere, che sviluppo il ragazzo deve adottare, proprio come avviene con un problema di geometria o con la soluzione di una equazione. Se lo sfortunato primo tema capitato cerca di sostenere l’idea che, alla base della distinzione politica destra-sinistra, c’è una distinzione previa in ambito economico, fondando questa sua idea su una frase di Marx (noto economista e statista), citazione che non aveva nulla a che vedere con “Viva il comunismo e la libertà!”, questo tema, dopo aver letto solo la frase conclusiva, viene tacciato di essere una “esplicita dichiarazione di marxismo” e quindi non ortodosso. Io ricordavo che, comunque, i ragazzi dovessero essere valutati per come erano capaci di argomentare, sostenere, in forma propria e corretta, le LORO idee. Evidentemente non ho capito niente.

Criterio valutativo n.5; il saggio breve non mi è mai piaciuto, ma ancora di più adesso, da quando ho scoperto che il candidato deve citare praticamente tutti i testi proposti nei documenti correlati; il saggio deve risultare quindi un pamphlet dei commenti del ragazzo sui testi che altri hanno scelto. Che non si azzardi il candidato a proporre propri contributi (letterari, storici, giornalistici che siano) perché non vengono presi in considerazione, o non vengono capiti. Inutile spiegare alla Commissione che si può trovare, sul tema amore e morte, una correlazione tra l’eroismo di Ettore, che affronta la sfida con Achille, nonostante quella disgraziata di Andomaca lo scongiuri, sapendo di andare incontro a morte certa, e il titanismo di Leopardi, che esprime la lotta impari, ma resistente, dell’uomo contro una natura maligna e degenere che lo mette al mondo pur destinandolo alla morte e alla sofferenza. “Chissà dove l’avrà tirata fuori questa cosa del titanismo di Leopardi, nei testi non c’era!”.

Oserei quasi dire che tale tema abbia suscitato anche qualche controversia sull’esistenza o meno di un “titanismo” leopardiano.

Anche la correzione della prova di latino regala spunti di riflessione.

La prova è stata tradotta ufficialmente da un pool di super-professori del classico statale e deciso uno standard valutativo per gli errori; “tanto dei tre compiti che abbiamo guardato insieme, due erano da 15, il terzo era insufficiente, ma lo si può portare alla sufficienza”.

Qui invece esistono due categorie di compiti; 3-4 errori interpretativi, ma non strutturali, appena sufficiente, 6-7 errori gravemente insufficiente, pieno di errori gravemente insufficiente. Il tutto calcolato con i decimali; errore da 0,25, errore da 0,50, errore da 1,18, etc.

Questo alla prima lettura; la seconda lettura forse avrebbe potuto rivelare qualche incongruenza nella valutazione, ma era tardi e bisognava registrare i voti sul verbale!

E poi mi si viene a chiedere se ci sono rimasta male per i voti dei ragazzi; no, più che i voti, che sinceramente non mi interessano, mi preoccupo per i ragazzi. Per come hanno vissuto quest’anno, per quello che hanno dato, sofferto, per le storie che si portano dentro, per come abbiamo giudicato insieme quanto si studiava e per le loro discussioni sul titanismo leopardiano e sui pensieri di Seneca; per quello che loro hanno appreso della storia del nostro tempo, i suoi problemi e vicessitudini; e di come l’abbiano personalizzata.

“Vera oportet velis”, diceva proprio Seneca.

Ma siamo arrivati alla quinta giornata di riunioni e operazioni d’esame (plenaria, preliminare, due prove scritte e relative correzioni) e le Commissarie non hanno ancora letto i profili dei ragazzi. Perché a loro i ragazzi non interessano.

E nemmeno quello che hanno da proporre: le famose “tesine” che i ragazzi odiano fare, che gli insegnanti “esortano” gentilmente a fare e che, irrimediabilmente, i membri della Commissione ritengono dia loro troppo da fare; è sufficiente una “mappa concettuale” che indichi le materie trattate e gli argomenti di ogni singola materia; in pratica un indice racchiuso in cerchiolini collegati da freccine colorate. Ma, signor Commissario, l’indice è a pag. 3 della tesina.

Prossima tappa; terza prova scritta. Poi comincia il girone degli Orali.

VecchioZioWalt

To be continued...

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