Thursday 13 March 2014

Monsieur Batignole

di G.Junot (Francia, 2002) 
Parigi, 1942. Edmond Batignole è un macellaio interessato solo agli affari, con una moglie burbera e una figlia fidanzata con Pierre-Jean, uno scrittore di pièce teatrali, ma soprattutto collaborazionista della polizia filonazista. Tra i vicini di casa ci sono anche i Bernstein, un’agiata famiglia ebrea che, un giorno, viene arrestata grazie ad una soffiata di Pierre-Jean e alla ingenua “ collaborazione" di Edmond. Per l’utile “servizio” offerto, i Batignole ottengono in comodato l’enorme appartamento dei Bernstein nel quale si trasferiscono.

Ma durante un banchetto organizzato da Edmond, al quale partecipano anche molti gerarchi nazisti, si presenta alla porta Simon, il figlio minore dei Bernstein, fuggito di prigione e arrivato a casa sua nella speranza di trovare qualche parente. L’uomo, invece di denunciarlo, decide di proteggerlo, nascondendolo in soffitta. La vita del macellaio diventa improvvisamente pericolosa. Deve prendersi cura del bambino, non generare sospetti in Pierre-Jean, senza nemmeno ottenere la gratitudine di Simon, che disprezza Edmond perché responsabile dell’arresto dei genitori.
La situazione precipita quando Pierre-Jean scopre gli imbrogli di Edmond. Messo alle strette, Batignole uccide il genero e scappa con Simon da Parigi alla volta della Svizzera. Dopo aver racimolato un po’ di soldi e due cugine di Simon, nascoste presso amici della famiglia Bernstein, Edmond si dirige verso la frontiera. Arrivato ai confini con la Svizzera, non ritorna dalla sua famiglia, ma prosegue il viaggio con Simon, convinto di non poterlo abbandonare.
Ultima sequenza. Edmond Batignole ha accompagnato Simon e le sue cuginette al confine con la Svizzera, salvando loro la vita. Il dovere di padre e di marito gli imporrebbe di tornare dalla sua famiglia, in realtà egli non se la sente di lasciare soli i bambini, di cui ora si sente responsabile, padre ed amico, e prosegue il viaggio fino alla prossima città. Una didascalia conferma allo spettatore che Edmond rimarrà in Svizzera fino alla fine della guerra.

Monsieur Batignole, nella sua ambiguità caratteriale, morale e sociale, forse piuttosto a causa della sua ignoranza e “meschinita’” iniziale, fa parte della cosiddetta “maggioranza silenziosa” da cui si dissocia (e saranno molti quelli che lo faranno dopo di lui) non per ideologia politica o per sofferenze personali, ma per un istinto popolare, medio, genuino, per un’etica del buon senso che gli permetterà di scegliere, nelle situazioni di pericolo, sempre la soluzione migliore. Monsieur Batignole, nel suo essere legato a una vita semplice, istintiva anche, se vogliamo, ma completamente estranea a ideologie, conserva, pur nascosta da preconcetti o momentaneamente accecata, un’indole fondamentalmente buona. Non è forse simbolo di questa convinzione il furgone di Edmond che cela, sotto la vernice fresca, le scritte in caratteri ebraici del vecchio proprietario (rispuntate al primo scroscio di pioggia)? E il lungo monologo del macellaio che, davanti all’agente di polizia collaborazionista, confessa di essere il padre ebreo del piccolo Simon, non è forse una sottolineatura dell’istintiva compassione degli uomini (nel suo senso etimologico di patire con)?

Monsieur Batignole ci insegna anche e soprattutto che quando un “imprevisto” capita sulla tua strada, entra a far parte della tua vita, non lo si può’ ignorare e continuare a vivere come se nulla fosse accaduto: e per di più quando si tratta di una persona, con i suoi bisogni e urgenze. Simon e’ un bambino che, come tutti i bambini, chiede di essere accompagnato a trovare un significato al dolore, all’abbandono, alla perdita della sua famiglia, alla violenza inaudita di un potere che distrugge ogni affetto (come per Simon. anche per Edmond e’ impossibile ogni affetto: le relazioni nella sua stessa famiglia non sono dettate dall’amore, ma dalla convenienza, dalla smania di raggiungere una certa posizione sociale e dal possesso): Edmond non e’ un “educatore", ne’ un padre modello, ma davanti al Simon e’ capace di affezione. Non lo vuole salvare perché e’ vittima delle persecuzioni naziste: lo vuole salvare per un senso di giustizia che fa intravedere la possibilità di realizzazione per ogni uomo. Edmond non “ si fa carico" del piccolo Simon perché Simon e’ ebreo e nemmeno per i sensi di colpa verso la sua famiglia: Edmond si compromette totalmente per un altro per un senso umano, insito del cuore di ciascuno, di desiderio di realizzazione dell’altro.

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