Saturday, 22 March 2014

V.Andreoli - Lettera a un insegnante (part 3)

…Carissimo, ti ho anticipato la decisione di focalizzare la mia attenzione sulla classe e in particolare sulla dinamica che lega te insegnante ai tuoi allievi e certo anche sul rapporto che si instaura tra di loro, ben sapendo che la scuola è solo una nicchia del mondo, una parte piccola ma certamente la più viva e la più critica. L’analisi della classe prevede naturalmente di conoscere meglio i tuoi allievi, di conoscerli nella loro personalità, negli stili di vita che caratterizzano questa generazione così diversa da quella di qualche anno fa, perché tutto sembra aver subìto un’accelerazione. 

So bene che sei un osservatore attento di giovani, anzi che questo è propriamente il tuo specifico e sarebbe un errore pensare che all’insegnante spetti semplicemente conoscere la materia di cui ha l’incarico di insegnamento. Sarebbe riduttivo pensare che il tuo compito sia solo quello dell’aggiornamento, poiché la comunicazione è altrettanto importante e se non conosci chi riceve il tuo messaggio potresti trovarti a raccontare la tua materia ai sordi, a gente priva di motivazioni e finiresti per parlare nel deserto, magari sprecando un messaggio ben confezionato e preciso. 
L’insegnante è prima di tutto un comunicatore e ciò richiede di sapere a chi si trasmette la comunicazione e come è fatto.  
Non basta accontentarsi del silenzio e convincersi che gli allievi stiano attenti. Devi andare più a fondo e quindi diventare esperto di giovani e credo che la tua professione abbia proprio questo come elemento di interesse e di fascino: riferirsi a uomini in fase di crescita ed entrare nelle loro menti lascando un segno e scoprendo la maniera per farlo…

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