Saturday 17 October 2015

King Arthur

Ispirato a un personaggio storico, il film esamina i personaggi del mito in un periodo più ristretto rispetto alla tradizione. Il leggendario re Artù protagonista di gesta epiche ha un nome: Lucius Artorius Castus, cavaliere del V secolo d.C., un uomo che sente in sé molto vivo il lato romano, ma che ad un certo punto della sua vita si interroga sulla sua identità e sulle sue radici e fa scelte coraggiose che cambieranno il suo destino: da ex-cavaliere al servizio dei dominatori romani che avevano conquistato il suo popolo (i Sarmati, popolazione barbarica della steppa russa), si accorge del pericolo imminente dell’invasione sassone della Britannia e sente sua la responsabilità di proteggere questo popolo abbandonato dai romani alla propria sorte. 



Il film si concentra sulla dicotomia tra bene e male, sull'ergersi di una persona sola contro la malvagità del mondo. A Castus si affiancano altri uomini, Lancillotto, Gawain, Galahad, Bors, Tristan e Dagonet, quelli che il mito consacrerà come suoi "cavalieri" (I Cavalieri della Tavola Rotonda: in un tavolo di forma circolare, nessuno occupa un posto migliore di altri, ma tutti sono alla stessa distanza dal centro, quindi tutti i cavalieri erano considerati uguali in quanto a importanza e valore). Devono tornare a Roma perché l'Impero Romano sta arretrando i suoi confini (il famoso “Vallo di Adriano” non è più una barriera sufficiente a trattenere l’impeto delle orde barbare dal nord e dall’est), ma prima risalgono verso nord per soccorrere Marius, nobile romano e la sua famiglia. Subito dopo Arthur parte: assieme ai suoi uomini si dirige a sud, verso il Vallo di Adriano, la linea di demarcazione dell'Impero Romano. E con lui cerca di raccogliere più gente possibile per portarla in salvo dai Sassoni; tra queste popolazioni “indigene” della britannia, si uniranno a lui gli uomini dei boschi, tra cui la bella Ginevra (prima incarcerata dai romani perché considerata una “strega”) che diventerà sua moglie, e Merlino, un’enigmatico saggio della foresta, alla guida dei ribelli Woad, che fino a questo momento avevano come principale nemico i Romani, ora un ben più crudele popolo invasore, i Sassoni. 
A Sud si svolgerà la battaglia di Badon Hill, l'evento storico muterà le sorti della Britannia dando i natali a una leggenda sopravvissuta per generazioni. Lì si deciderà il destino di un popolo, lì Arthur e i suoi si scontreranno con i Sassoni, barbari crudeli e senza pietà.


A questo punto si lascia spazio ai ragazzi per commenti personali!
ma si può arricchire la trattazione con un breve cenno sulla figura storica e leggendaria di Re Artù...



Re Artù: figura storica 
La storicità di Re Artù è stata a lungo dibattuta dagli studiosi: una scuola di pensiero ritiene che abbia vissuto nel tardo V secolo o agli inizi del VI secolo, che fosse stato un romano-britannico e che abbia combattuto contro il paganesimo sassone. I suoi probabili quartieri generali si trovavano in Galles, Cornovaglia, o ad ovest di ciò che sarebbe diventata l'Inghilterra. Ad ogni modo, le controversie sul centro del suo potere e sul tipo stesso di potere che esercitava continuano tutt'oggi.
Alcuni, poi, suggeriscono di identificarlo con Lucio Artorio Casto, un dux romano del II secolo, i cui successi militari in Britannia sarebbero stati tramandati nei secoli successivi. Ufficiale (col rango di praefectus) della VI legione in Britannia, che potrebbe aver guidato un'unità di cavalieri sarmati (provenienti dall’Ucraina meridionale), stanziati a Ribchester, che conducevano campagne militari a nord del vallo di Adriano. 
Le imprese militari di Casto in Britannia e Armorica (odierna Bretagna) potrebbero essere state ricordate per i secoli successivi e aver contribuito a formare il nucleo della tradizione arturiana, così come le tradizioni portate dagli alano-sarmati. 
Un'altra teoria è quella secondo cui il nome di Artù sarebbe in realtà un titolo portato da Owain Ddantgwyn, che sembrerebbe essere stato un re di Rhôs. 
C'è poi l'ipotesi che egli sarebbe in realtà un re dell'età del bronzo, circa 2300 a.C.: estrarre una spada da una roccia sarebbe infatti una metafora della costruzione di una spada e della sua forgiatura su un'incudine. 
Altre supposizioni si basano sul fatto che Artù fosse Artuir mac Áedán, figlio di re Áedán mac Gabráin della Dalriada, un signore della guerra scozzese che guidò gli scoti di Dalriada contro i pitti. Secondo questa teoria, Artù avrebbe quindi svolto le sue azioni di guerra soprattutto nella regione tra il Vallo di Adriano e quello di Antonino (area del Gododdin). Per alcuni Artù potrebbe addirittura essere stato lo stesso Áedán mac Gabráin. E c'è chi pensa che Artù avrebbe comandato una coalizione di celti cristiani contro gli invasori pagani, riuscendo a tenerli lontani per un centinaio d'anni circa 
Ad ogni modo, si hanno svariati omonimi, o persone con nomi simili, nella sua generazione e si può pensare che siano poi stati riuniti dalle credenze popolari e tramandati come se fossero un'unica entità 
Artù potrebbe quindi essere un semplice collage di tante figure mitologiche o storiche. 


Artù figura leggendaria Il nome di Artù verrebbe dalla radice celtica Arz, che significa orso, simbolo di forza, stabilità e protezione, caratteri anche questi ben presenti in tutta la leggenda. Nella civiltà celtica, l'orso è l'animale simbolo per eccellenza della regalità. In gallese la parola arth significa "orso" e tra i celti continentali (anche se non in Britannia) esistevano molte dinività-orso chiamate Artos o Artio. E' probabile che queste divinità sarebbero state portate dai celti in Britannia. Va anche notato che la parola gallese arth, quella latina arctus e quella greca"arctos" significano "orso". Inoltre, Artù è chiamato l’Orso di Britannia da alcuni scrittori. "Arktouros" ("Arcturus" per i Romani),ovvero "guardiano dell'orsa", e "Arturo" in italiano) era il nome che i Greci davano alla stella in cui era stato trasformato Arkas, o Arcade, re dell'Arcadia e figlio di Callisto, che invece era stata trasformata nella costellazione dell'Orsa Maggiore ("Arctus" per i Romani). Altre grafie esistenti del suo nome sono Arzur, Arthus o Artus. L'epiteto di "Pendragon" gli viene invece dal padre, Uther Pendragon. Artù appare per la prima volta nella letteratura gallese: in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594), il poeta Aneirin (535-600) scrive di uno dei suoi sudditi che lui "nutriva i corvi neri sui baluardi, pur non essendo Artù". Un'altra citazione è nell' Historia Brittonum, attribuita al monaco gallese Nennio, che forse scrisse questo compilation dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie", piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 avversari. Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Illtud, che alla lettura sembra essere scritta verso il 1140, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Molte di queste opere dipingono Artù come un fiero guerriero, e non necessariamente moralmente impeccabile come nei successivi romanzi. Roger S. Loomis ha elencato questi esempi (Loomis 1972). Gervasio di Tilbury nel XIII secolo e due scrittori XV secolo assegnano questo ruolo ad Artù. Gervasio afferma che Artù e i suoi cavalieri cacciavano regolarmente lungo un antico tratto tra Cadbury e Glastonbury (che è ancora conosciuta come King Arthur's Causeway), e si pensa che lui e la sua compagnia di cavalieri possa essere vista a mezzanotte nella foresta di Brittany o Savoy in Gran Bretagna.

si può quindi proporre ai ragazzi un analisi delle differenze tra l'Artù presentato del film e quello possibilmente realmente esistito, cogliendo quali elementi della storia siano inventati e quanti rispondano invece a realtà, in base alle loro conoscenze storiche...




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