Sunday 14 November 2010

El Salvador: educando ci si educa

El Salvador: educando ci si educa
I Sant’Innocenti
Monica Lanzoni
(articolo apparso su Solidarietà Internazionale, novembre 2010)

In El Salvador, alcuni giovani volontari provenienti dall’esperienza de I Sant’Innocenti sostiene da più di dieci anni un lavoro di aiuto e sostegno ai bambini e alle famiglie più povere del paese. Ogni giorno, da 13 anni, i giovani aiutano 50 bambini a fare i compiti. Studenti salvadoregni, non molto diversi da altri loro coetanei, decidono di dedicare un po’ del loro tempo per accompagnare ed educare i bambini delle zone più misere della capitale di El Salvador. Il progetto educativo “Aula de apoyo escolar y humano Las Abejitas” (Aula di sostegno scolastico e umano Las Abejitas) è organizzato dalla Fundation Divina Providecia (FUNDIPRO), Ong salvadoregna sostenuta dall’associazione I Sant’Innocenti, Onlus italiana.

Si tratta di un doposcuola per bambini dai 3 ai 16 anni, i quali vengono seguiti nei compiti scolastici e partecipano alle attività proposte settimanalmente, ma soprattutto sono accompagnati a livello personale e umano. I giovani volontari assicurano una presenza giornaliera di 6 o 7 persone: non sono esperti di pedagogia né diplomati nella cooperazione internazionale, ma studenti universitari che decidono, oltre alla fatica di studiare e lavorare allo stesso tempo per mantenersi agli studi, di dedicare un po’ del loro tempo gratuitamente, con una vicinanza concreta e giornaliera. Carolina ha tre figli che ogni giorno vanno al doposcuola: “Questi giovani sono stati un grande aiuto per la mia famiglia. I miei figli non avrebbero saputo dove vivere, dove studiare, oppure sarebbero sparsi sulla strada”.
Una scuola nelle baracche

Il lavoro con i bambini inizia verso l’una e mezza del pomeriggio, quando i volontari si dirigono verso “le case”, più spesso delle baracche, dove abitano i residenti del quartiere “Las Margaritas”, uno dei più miseri della periferia della capitale, per chiamare i bambini e accompagnarli a Las Abejitas. La scelta di stare a contatto con i bambini quotidianamente offre la possibilità di conoscere personalmente le famiglie, e di instaurare con loro un grande rapporto di fiducia reciproca, che rende meno pericoloso il passaggio dei volontari nelle zone più difficili della città. In che consiste il doposcuola? Compiti per la scuola, attenzione particolare dedicata a quelle materie dove i bambini sono più carenti, come la lettura, la matematica e l’ortografia. L’ultima mezz’ora è riservata ai giochi insieme, nel cortile. Uno dei più piccoli, Gustavo, che ha 6 anni e da quattro frequenta il doposcuola ci dice: “Mi piace la ‘guarde’ (così i bambini chiamano Las Abejitas) perché lì ci sono i miei amici, studiamo e giochiamo insieme”. Dall’esperienza del centro pomeridiano sono nate anche altre iniziative, come le giornate mediche, le giornate di sensibilizzazione alla salute dentaria e le settimane della nutrizione, durante le quali ai bambini e le madri vengono insegnate le regole di corretta alimentazione. Ogni due mesi dei medici amici o conoscenti si recano al doposcuola Las Abejitas e offrono gratuitamente una giornata di lavoro per visitare i bambini e le loro famiglie: normalmente sono un centinaio le persone che vi partecipano e che ricevono cure e medicine gratuite. La piccola farmacia, che è nata in sostegno alle giornate mediche all’interno del centro, si è costituita col tempo grazie al generoso aiuto di privati, o ditte, o conoscenti, e delle Unità Sanitarie Locali.
La gratuità

Tutte le iniziative che nascono dall’esperienza de l’Aula de apoyo escolar sono frutto della creatività e gratuità dei volontari stessi: questi giovani offrono il loro poco tempo libero per sostenere il lavoro di reale condivisione dell’altro, del suo bisogno di umana realizzazione. È questo lo spirito che porta avanti il lavoro di questi giovani, che si incontrano tutti insieme una volta alla settimana, per confrontarsi, vedere il calendario dei turni settimanali, affrontare insieme i problemi, organizzare le differenti attività e nel caso, iniziarne di nuove. Uno dei primi bambini aiutati, William, che oggi ha 26 anni ed è laureato in Relazioni internazionali, dice: “Senza dubbio la cosa più importante tra noi è stata l’amicizia”. È un’educazione che si riceve, prima di donarla: questi giovani promuovono anche all’interno dei luoghi della loro vita sociale le attività del doposcuola, per invitare altri giovani a conoscere e collaborare concretamente nel lavoro di sostegno all’infanzia. Il partner locale è la Fundation Divina Providencia che si riconosce negli scopi e nel modo concepire la cooperazione che Isi porta avanti fin dalla sua creazione. A sua volta Isi ha trovato nella collaborazione con Solidarietà e Cooperazione Cipsi, un riferimento per la formazione nel campo della cooperazione internazionale, potendo maturarne così insieme una riflessione comune. La vicinanza di FUNDIPRO con Isi ha quindi reso possibile sviluppare un “certo sguardo particolare” sul lavoro di cooperazione. Fare cooperazione è innanzitutto accompagnare le persone, e davanti alle difficoltà dire “vediamo insieme come possiamo risolvere”: è stato così per esempio davanti al problema sanitario. I ragazzi della fondazione hanno coinvolto medici amici, fatto richiesta per ricevere donazioni di medicinali per costituire una piccola farmacia, si sono attivati e senza ricevere finanziamenti particolari, hanno iniziato ad aiutare lì dove esisteva il bisogno vero e concreto. Samuel, il giovane responsabile de l’Aula de apoyo escolar, incontrato questa estate durante uno stage di formazione estivo promosso da Isi diceva: “Fare l’educatore non è un mestiere, ma è condividere una condizione umana. È offrire agli altri qualcosa che cambia la vita, perché prima di tutto l’ha cambiata a te”. Questo è possibile se si ama davvero l’altro per quello che è, cioè un uomo.

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