Wednesday, 3 November 2010

LA MADRE, PELAGIA VLASSOVA da Gorkij a Brecht

Bertold Brecht
B.Brecht e Kurt Weil

 Tra gli autori della “crisi” esistenzialista del 900 va sicuramente annoverato anche B.Brecht. Quando Sartre e Camus sono lucidi interpreti della crisi contemporanea nella sua dimensione esistenziale e metafisica, Brecht conduce invece una critica alla realtà contemporanea nei suoi aspetti storici, sociali ed economici, valendosi degli strumenti dell’ideologia marxista.
Nato ad Augsburg in Baviera nel 1898 da famiglia borghese (il padre cattolico, la madre protestante), ebbe una personalità schiva e, al contempo, molto critica fin da giovane.


Nel 1916, in un tema in classe sul verso oraziano Dulce et decorum est pro patria mori, Brecht espresse un giudizio negativo sulla morte eroica affermando tra l'altro:
« Il detto che dolce e onorevole è morire per la patria può essere considerato solo come propaganda con determinati fini [...] solo degli stupidi possono essere così vanitosi da desiderare la morte, tanto più che pronunciano simili affermazioni quando si ritengono ancora ben lontani dall'ultima ora. Ma quando la comare morte si avvicina, ecco che se la squagliano con lo scudo in spalla come fece nella battaglia di Filippi l'inventore di questa massima, il grasso giullare dell'imperatore. ». L’episodio creò un piccolo scandalo, ma Brecht si evitò l’esplusione, rivelando prò la sua personalità ribelle e anticonformista.
Nel 1917 si iscrisse all'università dove frequentò in modo discontinuo le facoltà di scienze naturali, medicina e letteratura.
Si trasferì prima a Monaco, nel 1917, quindi nel 1922 a Berlino.
Il 1º maggio 1920 morì sua madre ed il giorno successivo scrisse la poesia Canzone di mia madre. Nello stesso anno divenne amico del celebre cabarettista Karl Valentin. Il lavoro con Valentin influenzò molto le sue opere successive. In quegli anni si recò spesso a Berlino costruendo importanti relazioni con persone che gravitavano intorno all'ambiente teatrale. Collaborò con registi d’avanguardia come Reinhardt e Piscator, con musicisti come Kurt Weil e fu amico del pittore e disegnatore satirico Georg Grosz.
Dopo il 1928 si avvicinò al marxismo e strinse rapporti con il partito comunista, pur senza mai iscriversi. Nello stesso anno scrisse la commedia L'Opera da tre soldi su musica di Kurt Weill che va in scena il 31 agosto e che divenne il maggior successo teatrale della Repubblica di Weimar.

Nel 1933 dopo che la polizia interruppe la rappresentazione di “Linea di condotta”; lasciò il suo paese e si stabilì in Danimarca compiendo di lì frequenti viaggi nelle grandi capitali culturali, Parigi, Londra, New York. Quando le truppe tedesco invasero anche la Danimarca riparò prima in Finlandia e poi attraverso la Russia e viaggiando per tutta la Siberia arrivò negli Stati Uniti nel 1941; lì rimase lavorando come sceneggiatore a Hollywood. Anche negli Usa però, nel 1947, subì l’inquisizione da parte del comitato per le attività antiamericane voluto dal governo di McCarty, accusato di essere comunista e interrogato per ore; rilasciato decise di rientrare in Europa. Nell’ultimo periodo della sua vita si stabilì a Berlino Est, dove ebbe a disposizione un teatro che gli permise di fondare il complesso del Berliner Ensamble. I rapporti con il burocraticismo staliniano non erano sicuramente facili, ma Brecht cercò di mantenere una posizione cauta. Morì nel 1956.

Il teatro “di idee” diBrecht verta sul tema del dramma dell’uomo, posto di fronte all’ambiguità del bene e del male. Secondo la concezione marxista dell’autore è possibile superare tale contraddizione soltanto nell’ottica di uan rivoluzione sociale e politica. Brecht crede in un teatro didattico-reliastico, che educhi alla lotta i ceti più umili cui si rivolge, ed è autore di capolavori drammatici.

LA MADRE (1932)
Bertolt Brecht ha tratto la materia del suo Lehrstück La Madre (1932) dall’omonimo romanzo di Maxim Gorki (1907) che narra la storia di Pelagia Vlassova che, convertita al pensiero politico del figlio Pavel e dei suoi amici, viene coinvolta nelle loro azioni clandestine e per questo chiamata da tutti La Madre.
Brecht allunga la durata della vicenda nel tempo (fino alla prima guerra mondiale e alla vigilia della rivoluzione d’ottobre), rispetto all’opera originale di Gorkij, e ne allarga dunque anche i significati; è un notevole modello di Lehrstuck, cioè di dramma didattico, ma portato ben oltre le misure geometriche, per esempio, di «L’ eccezione e la regola». C’è in realtà, qui, invece dell’equidistanza che caratterizza la posizione di Brecht nei confronti dei personaggi-pedine delle sue drammaturgiche partite di scacchi (parliamo sempre dei drammi didattici), un’evidente carica sentimentale che investe il personaggio di Pelagia Vlassova, la madre. Questa carica, tuttavia, non porta all’ identificazione dell’autore col personaggio.

Grosso animale, tutto istinto e intelligenza naturale, Pelagia Vlassova, madre dell’operaio Pavel, giovane rivoluzionario nella Russia del 1905, è posta al centro dell’azione, come oggetto di un esperimento di recupero alla coscienza della sua classe. Non per nulla, quest’opera di Brecht, scritta fra il 1930 e il 1931, ultima ad essere rappresentata, con una memorabile interpretazione di Helene Weigel (che fu anche la protagonista della famosa ripresa al Berliner Ensemble), nella Germania pre-hitleriana (poi, per Brecht, sarebbe cominciato l’esilio), venne anche definita la «storia di un apprendistato». E’ l’ apprendistato della madre proletaria sulla «lunga strada tortuosa della sua classe»; con i vari gradini, su su fino alla consapevolezza completa, che la rende forte fino a farle sopportare quasi senza battere palpebra la morte del figlio fucilato dalla polizia zarista.

Romanzo di apprendistato:
Nella Russia negli anni compresi tra il 1905 e il 1917, Pelagia Vlassova compie una decisiva presa dl coscienza dei problemi e delle sofferenze della sua classe. Il suo è un cammino ascensionale: certo, al suo primo atto rivoluzionario è spinta per difendere il figlio Pavel, ma successivamente a ogni sua nuova azione cresce in lei la consapevolezza e la convinzione che le cose debbano cambiare: ed eccola allora diventare «l’incarnazione medesima della prassi» come ha rilevato giustamente Walter Benjamin.

Lo scopo primo di Brecht era qui quello di mostrare a un pubblico proletario che alla scuola della lotta quotidiana i lavoratori possono trasformarsi in tecnici della politica; è pertanto chiaro che in alcuni punti si cada nella divulgazione di un comunismo che oggi può apparirci un poco elementare. Ma non dobbiamo dimenticare gli anni in cui Brecht scrisse La madre, anni che vedono la Germania trascinata in un caos senza precedenti: situazione catastrofica (quattro milioni di disoccupati nel dicembre 1930 che salgono a cinque nei pri­mi mesi del ‘31) nella quale lo stesso partito comunista non si distingue per chiarezza strategica. Si spiega così facilmente il richiamo, in termini molto semplici, ai limiti della divulgazione spicciola, di Brecht, a una corretta prassi marxista.

Ne La madre vi è una scena in cui gli operai in sciopero rifiutano le tesi di un sindacalista che li invita a disarmare e a trattare con il padrone: in questa scena Brecht insegna allo spettatore (l’operaio almeno) a riconoscere i suoi peggiori nemici, coloro che, nelle sue stesse file, l’invitano sempre a rassegnarsi al «minor male». Naturalmente nel dibattito questa scena è servita di pretesto per alcuni simpatizzanti della sinistra extraparlamentare per scagliarsi contro il revisionismo dei partiti della sinistra tradizionale italiana! Un momento: Brecht scrivendo La madre aveva presente la situazione - come ho già sottolineato - tedesca di quegli anni, per cui attaccando il «revisionismo», attaccava la SPD, il partito socialdemocratico tedesco, partito che nel 1930 si prestava al, gioco del «minor male» rappresentato dal gabinetto Bruning, Il quale si distingueva dai precedenti governi per una indubbia sterzata a destra. E’ bene quindi guardarsi dalle facili strumentalizzazioni.
L’interesse e il valore de La madre non sono però di natura esclusivamente politica, dobbiamo pure sottolineare che il lento configurarsi, entro gli schemi del teatro didattico, di un nuovo personaggio drammatico, che non è più l’anarchico ribelle degli esperimenti giovanili, ma neppure la maschera astratta di tanti Lehrstucke, si coagula per la prima volta nel profilo aspro e insieme umano della Madre, con cui Brecht inaugura quella galleria di straordinarie figure femminili che giunge attraverso Mutter Courage e Shen Te, fino alla Grusa del Kaukasischer Kreidekreis.

1 comment:

  1. Hola:
    Felicitaciones por no refundir en el olvido a uno de los grandes renovadores del teatro del siglo XX.
    Tengo una pregunta: ¿El poema "El saco y el parche" pertenece a la obra "La Madre"?
    Gracias.

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