Friday 16 January 2015

...ancora Warschawski sui fatti di Parigi

Il massacro a Charlie Hebdo
di Michel Warschawski, pubblicato da Alternativenews.org, domenica 11 gennaio 2015
(segue testo originale in inglese)

In segno di rispetto per le vittime, invece di supportare la nazionale – e addirittura internazionale – unità contro i fondamentalismi islamici, cerchiamo di rafforzare, ovunque noi siamo, un ampio fronte antifascista, dove i Musulmani avranno il loro pieno, legittimo, posto.

Un attacco alla nostra libertà, non un uno “scontro di civiltà”. 


Charlie Hebdo è un tipico fenomeno francese: un settimanale satirico con una forte enfasi sulla presa in giro della religione. Tutte le religioni, ma l’Islam più delle altre. Benché conoscessi alcuni dei suoi scrittori, lo stile di Charlie non è mai stato “la mia tazza di tè”[1]: disprezzo quella che considero essere palese volgarità, fatta di immagini di organi sessuali e preti che hanno rapporti sessuali con asini. Peraltro, anche se io sono ateo, rispetto i credenti e non dimentico mai che, secondo Karl Marx, la religione non è solo l’oppio dei popoli, ma anche il sussurro degli oppressi. Nemmeno il tipico anti-clericalismo francese di Charlie è “la mia tazza di tè”. 

Tuttavia, in senso lato, Charlie era parte del mio ambiente politico.

Così è stato, fino a quando Philippe Val, il capo redattore, espulse uno dei fondatori del settimanale e il suo caricaturista più popolare, Bob Siné, accusato ingiustamente di essere un antisemita. L’espulsione di Siné fu chiaramente un segnale di un inginocchiarsi all’ideologia dominante che stava usando l’“antisemitismo” per chiudere la bocca ai giornalisti critici verso Israele. Un paio di anni dopo, Philippe Val fu nominato da Nicolas Sarkozy [sic] come direttore generale di uno dei canali radio nazionali. No comment…

Come atto di solidarietà verso Siné, mi sono unito allo staff editoriale di “Siné Hebdo”, un nuovo settimanale satirico che lui aprì insieme ad altri ex giornalisti di Charlie Hebdo che lasciarono il giornale in segno di protesta per la decisione di Val.

Negli ultimi anni, Charlie aveva capito che il razzismo anti-musulmano era molto popolare in Francia: ogni volta che la copertina prendeva in giro l’Islam, il Profeta o i credenti musulmani, le vendite del giornale aumentavano notevolmente. “Anti-Islam” era, effettivamente, l’ideologia della maggior parte degli editori e degli scrittori di Charlie, ma era anche un eccellente oggetto di marketing.
Charlie Hebdo ha dichiarato guerra all’Islam e questa settimana, i fondamentalisti Islamici hanno reagito con un sanguinoso massacro negli uffici del giornale. Già in passato, Charlie, era stato bersaglio di attacchi del fondamentalismo Musulmano, ma senza vittime. Questa volta è stato un massacro.
Chiunque sostiene di difendere i valori di una democrazia deve difendere il diritto della libertà d’espressione e della libertà di stampa, perfino nel momento in cui essa fosse in completo disaccordo con le opinioni espresse da alcuni tra i media. Il massacro a Charlie Hebdo è un doppio crimine: un atto criminale di omicidio di civili e un crimine contro la nostra libertà. Non ha niente a che fare con lo “scontro di civiltà”, come Benjamin Netanyahu, in un tipico riflesso Pavloviano, cerca di rivendicare.
Conoscendo alcune delle vittime, oso dire che essi non vorrebbero il primo ministro Israeliano come alleato e sostenitore, e che essi avrebbero fortemente protestato contro la presenza del leader dell’estrema destra francese, Marine Le Pen, alle dimostrazioni di solidarietà per Charlie.
Non ho nessun dubbio sul fatto che il massacro a Charlie Hebdo rafforzerà il razzismo anti-musulmano in Francia, così come in molti altri paesi. Nelle ultime due decadi, Charlie stava avvertendo contro il rafforzamento del fascismo e del razzismo nell’intero mondo occidentale. 
In segno di rispetto per le vittime, invece di supportare la nazionale – e addirittura internazionale – unità contro i fondamentalismi islamici, cerchiamo di rafforzare, ovunque noi siamo, un ampio fronte antifascista, dove i Musulmani avranno il loro pieno, legittimo, posto.

[1] Modo di dire inglese che indica qualcosa che ti piace, che preferisci o che ti calza a pennello

The Massacre in Charlie Hebdo

Out of respect for the victims, instead of supporting national – and even international – unity against Islam fundamentalism, let's strengthen, wherever we are, a broad anti-fascist front, where the Muslims will have their full legitimate place.

An attack on our freedoms, not "clash of civilizations".

Charlie Hebdo is a typical French phenomenon: a satirical weekly with a strong emphasis on mocking religion. All religions, but Islam more than others.

Though I knew some of its writers, Charlie's style has never been my cup of tea: I despise what I consider to be blatant vulgarity, made of pictures of sexual organs and priests having intercourse with donkeys. Moreover, although I am an atheist, I respect believers and never forget that, according to Karl Marx, religion is not only the opium of the people, but also the whisper of the oppressed. The typical French anti-clericalism of Charlie was not my cup of tea either.

Nevertheless, broadly speaking, Charlie was part of my political environment. That is, until Philippe Val, the chief editor, expelled one of the founders of the weekly and it's most popular caricaturist, Bob Sine, falsely accused of being an anti-Semite. The expulsion of Sine was clearly a signal of kneeling to the dominant ideology that was using "anti-Semitism" in order to shut the mouth of journalists critical to Israel. A couple of years later, Philippe Val was appointed by Nicolas Sarkozy [sic] as general director of one of the national radio channels. No comment…

As an act of solidarity with Sine, I joined the editorial staff of "Sine Hebdo", a new satirical weekly he opened together with other former journalists of Charlie Hebdo who left, as a protest of Val's decision.

In the last years, Charlie understood that anti-Muslim racism was very popular in France: every time the cover page mocked Islam, the Prophet or Muslim believers, newspaper sales increased substantially. Anti-Islam was indeed the ideology of most of Charlie editors and writers, but it was also an excellent marketing item.

Charlie Hebdo had declared war on Islam and this week, Islamist fundamentalists retaliated with a bloody massacre in the offices of the newspaper. Already in the past, Charlie was the target of Muslim fundamentalist's attacks, but without victims. This time it was a massacre.

Whoever claims to defend the values of democracy must defend the right to free expression and free press, even when one completely disagrees with the opinions expressed by some of the media. The massacre in Charlie Hebdo is a double crime: a criminal act of murdering civilians and a crime against our freedoms. It has nothing to do with "clash of civilizations", as Benjamin Netanyahu, in a typical Pavlovian reflex, is trying to claim. Knowing some of the victims, I dare to say that they wouldn't like to have the Israeli prime minister as an ally and supporter, and they would have strongly protested the presence of French far-right leader Marine Le Pen in the demonstrations of solidarity with Charlie.

No doubt that the massacre in Charlie Hebdo will strengthen anti-Muslim racism in France, as well as in many other countries. In the last two decades, Charlie was warning against the strengthening of fascism and racism in the entire Western world. Out of respect for the victims, instead of supporting national – and even international – unity against Islam fundamentalism, let's strengthen, wherever we are, a broad anti-fascist front, where the Muslims will have their full legitimate place.

No comments:

Post a Comment