Con Jean Reno, N.Portman, G.Oldman
Little Italy, New York. Leon, sicario italoamericano, vive da solo un’esistenza meccanica, senza significato ne'affetti, dedito esclusivamente all’inumano mestiere di killer, in una apparente assenza di qualsiasi attaccamento alla vita, condizione tradita solo dalla sua regola fondamentale di non uccidere donne e bambini e dalle cure amorevoli che riserva ad una pianta in un vaso. Per lui questa piantina è “simile a lui, perché altrettanto priva di radici e silenziosa”. Leon ha come vicini di casa la problematica famiglia allargata di una ragazzina di nome Mathilda, il cui padre è immischiato in traffici di droga e di cui fanno parte anche la matrigna, la sorellastra e il fratellino di quattro anni, l’unico cui Mathilda sia affezionata veramente. Un giorno alcuni poliziotti del Dipartimento Antidroga, comandata dal corrotto e psicotico Stansfield, irrompono in casa di Mathilda per recuperare una partita di droga che avevano affidato al padre della ragazzina. Questi ha tagliato una parte della droga, ma ha sottovalutato l’avvertimento del polizotto e finge di non sapere nulla in proposito. Stanfield scatena un conflitto a fuoco in cui viene massacrata tutta la famiglia di Mathilda, mentre lei si salva perché fuori casa. Al suo rientro rendendosi conto di quanto è accaduto, la ragazzina suona al campanello di Leon...
il quale, dopo un attimo di indecisione e avendo intuito l’accaduto, la fa entrare. Comincia cosi la straordinaria amicizia di Leon e Mathilda. E mentre potremmo pensare che lui la salva da una morte certa, pian piano, lungo il corso del film ci accorgiamo che invece è lei che salva lui, dandogli un motivo per vivere e per morire. E anche la sua abietta professione di killer prende un significato, perché Leon si scopre incapace di fare il male.
In breve Matilde scopre l’arsenale di Leon e capisce prontamente la sua professione. Leon, la notte stessa, pensa di disfarsi della ragazzina entrata a fare parte della sua vita in modo invadente e improvviso, non meditato, ma non può contravvenire alla sua regola per cui confuso, ripone l’arma dopo averla puntata alla testa di Mathilda dormiente.
Cosi inizia un rapporto tra i due, caratterizzato dall’incapacità di Leon a rapportarsi con una ragazzina e dal desiderio di Mathilda di vendicare l’unica persona che le stava a cuore della sua sgangherata famiglia, il fratellino. Leon accetta di insegnare a Mathilda il mestiere del sicario. Si occupa di lei in tutto, ha finalmente qualcuno di cui preoccuparsi. Qualcuno che gli è stato messo sulla strada in modo misterioso e insospettabile, ma che lo costringe a un cambiamento del cuore. E quando uno capisce di avere un compito, probabilmente quello più inaspettato, allora tutta la vita è volta alla realizzazione di quel compito.
Mathilda, dopo aver recuperato un gruzzolo nascosto nella sua vecchia casa, scopre la vera identità’ del poliziotto corrotto. Offre quindi il denaro a Leon per eliminare il poliziotto, ma Leon rifiuta. Mathilda è decisa a farsi giustizia da se’, lasciandogli un biglietto e il denaro nel caso non ci dovesse riuscire…
Leon non è un padre, non è un educatore, è impacciato e sembra non provare emozioni, ma scopre di essere uomo: da disumano diventa umano, perché l’incontro con Mathilda ha risvegliato in lui il bisogno di realizzazione. La sua vita, da vuota, diventa piena di significato: trova il senso che stava aspettando in questa ragazzina spavalda e disumana quanto lui (tanto era disumana la condizione nella quale viveva). Leon e Mathilda non sono più due creature disperate, ma scoprendo di avere bisogno l’uno dell’altra diventano capaci di dare la vita per chi si ama.
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