Thursday 15 January 2015

Warschawski sui fatti di Parigi

NO a NETANYAHU al Raduno di Charlie! 

di Michel Warschawski, 11 gennaio 2015
(segue il testo in inglese)
Tutta la destra di Israele sarà rappresentata alla manifestazione di solidarietà con Charlie Hebdo. Io posso solo ripetere quello che ho già scritto: è un imperativo il respingere il fronte unito di Charlie e porre limiti, il più ermeticamente possibile, tra il nostro campo e tutti quello che viene a interferire e inquinare con il loro discorso razzista di scontro di civiltà, la maggior parte dei valori difesi da Charlie.

In questi giorni ho protestato contro la sacrale unione in solidarietà con Charlie Hebdo, che mette insieme destra e sinistra in una ipocrisia e manipolazione portate avanti in modo unanime. Le vittime, non ho dubbi, avrebbero vomitato nei loro disegni e testi davanti a queste cose che loro hanno costantemente denunciato.

La presenza di “leaders mondiali” al raduno di Parigi in programma per oggi, domenica 11 gennaio, è una vera violazione delle vittime del massacro del team editoriale di Charlie. Questa mattina, leggendo il giornale, anche io, volevo vomitare: il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di venire a Parigi e di unirsi alla dimostrazione di solidarietà. Il suo primo impulso è stato quello di non partecipare: è stato a causa del suo disgusto verso la linea editoriale di Charlie, in particolare a proposito di Israele e del suo governo, è stato più forte del suo desiderio di protestare contro “la globale minaccia islamica”? o forse aveva paura di essere oggetto di una aggressiva dimostrazione contro la sua presenza? Il pretesto dato dai suoi portavoce circa la sua non partecipazione è stato la difficoltà di assicurare la sua protezione in cosi poco tempo. Poi Netanyahu ha deciso di venire a Parigi. Il motivo è patetico: Naftali Bennet e Avigdor Lieberman sarebbero stati a Parigi e in questo periodo di elezioni il leader di Likud non avrebbe potuto lasciare loro accesso ai media internazionali mentre lui sarebbe rimasto in Israele.

Tutta la destra di Israele sarà rappresentata alla manifestazione di solidarietà con Charlie Hebdo. Io posso solo ripetere quello che ho già scritto: è imperativo respingere il fronte unito di Charlie e porre limiti, il più ermeticamente possibile, tra il nostro campo e tutti quello che viene a interferire e inquinare con il loro discorso razzista di scontro di civiltà, la maggior parte dei valori difesi da Charlie.

Via Netanyahu, Lieberman e Bennet!


All the Israeli right will be represented at the manifestation of solidarity with Charlie Hebdo. I can only repeat what I've already written: it is imperative to reject the united front of Charlie and to put borders, as airtight as possible, between our camp and all who come to interfere and pollute with their racist clash of civilizations discourse, most of the values defended by Charlie.

In these days I protest against the sacred union in solidarity with Charlie Hebdo, bringing together right and left in an unanimously made hypocrisy and manipulation. The victims, I have no doubt, would have vomited in their drawings and texts at the presence of those they had constantly denounced.

The presence of "world leaders" at the Paris rally scheduled for today, Sunday, January 11, is a true violation of the victims of the massacre of Charlie's editorial team. This morning, reading the newspaper, I too, wanted to vomit: Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu decided to come to Paris and join a demonstration of solidarity. His first impulse was to not attend; was it because his disgust at the editorial line of Charlie, particularly regarding Israel and its policies, was stronger than his desire to protest against the "global Islamist threat"? Or maybe he was afraid of being the subject of angry demonstrations against his presence? The pretext given by his spokesmen for not attending was the difficulty in ensuring his protection in such a short time. Finally, Netanyahu decided to come to Paris. The reason is pathetic: Naftali Bennett and Avigdor Lieberman will be in Paris and in this election period, the Likud leader could not give them access to the international media while he remained in Jerusalem.

All the Israeli right will be represented at the manifestation of solidarity with Charlie Hebdo. I can only repeat what I've already written: it is imperative to reject the united front of Charlie and to put borders, as airtight as possible, between our camp and all who come to interfere and pollute with their racist clash of civilizations discourse, most of the values defended by Charlie.

Netanyahu, Lieberman and Bennett out!

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