Monday, 4 October 2010

educare istruendo, istruire educando

INTERVISTA al prof.Giovanni Riva (fondatore di "Nuovascuola")
29.10.1982

(...)
D: su quali principi si fonda il vostro lavoro?
R: Il nostro lavoro si fonda su un principio semplice, un principio nel contempo vecchio e nuovo: il bene più importante dell'umanità è la persona. Credevamo e crediamo sia utile investire soldi e fare notevoli sacrifici per un'educazione giusta dei nostri figli, perchè diventino uomini capaci di pensare, di decidere, di comportarsi avendo un'idea morale e la volontà di adeguarsi ad essa per il fatto, appunto di essere liberi. Il concetto educativo fondamentale viene da quell'esperienza cristiana che cercavamo e cerchiamo di vivere. Il cristianesimo crea una realtà diversa (tant'è vero che chi se ne intende capisce che questa è l'unica realtà che da fastidio). E a che cosa tu puoi educare se non a ciò i cui tu più credi, se non a ciò che ami con tutto il cuore? Quella che ci interessa di più è dare ai ragazzi una cultura che, pe parafrasare san Paolo, può fare loro dire: "Io ho tutti 30 e lode e poi conosco tutto benissimo: la matematica, l'insiemistica, l'informatica, la tecnica aziendale, i classici e i moderni. Però, per me tutto questo è come sterco, al confronto della conoscenza di Gesù Cristo".
D: come si struttura il lavoro di "Nuovascuola"?
R: il lavoro a "nuovascuola" è come quello di qualsiasi altra scuola: 4 o 5 ore di lezione al mattino, dal lunedì al sabato. I ragazzi vengono accolti nelle diverse zone della città e della provincia da un servizio di pullmini: è un servizio del quale le famiglie usufruiscono se ne hanno bisogno. Chi vuole rimanere a scuola anche nel pomeriggio può farlo; c'è un servizio di mensa e ci sono educatori per il pomeriggio. Col tempo, per chi lo volesse, non è escluso che si possa offrire ospitalità anche la notte. Ma l'attività di "Nuovascuola" in quanto tale è tutta al mattino: la nostra non è una scuola cosiddetta a tempo pieno. le materie e i programmi sono quelli ministeriali.
D: Come vengono scelti gli insegnanti?
R: Quando il Consiglio d'Amministrazione sceglie gli insegnanti sta particolarmente attento a due cose. La prima è indagare se ci si trova di fronte a una persona che, oltre ad avere capacità professionali, sa e vuole imparare, a una persona disposta a un grosso lavoro, che gli permetta di educare istruendo e di istruire educando. La seconda è assicurarsi, per quanto possibile, che la persona sia, diciamo, libera di fronte al cristianesimo, disponibile ad averlo come strada sulla quale camminare.
D: Quel'è la vostra utenza scolastica?
R: Attualmente, nei quattro livelli scolastici, abbiamo più di 150 iscritti. Abbiamo due sedi: una per la scuola materna "Arca di Noè" e una per le elementari, le medie e il liceo ginnasio (...)
D: Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nel lavoro di questi anni?
R: La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato è quella, diciamo, politica. Noi siamo obbligati, di fronte all'ente pubblico, ad "essere perfetti"; riceviamo continuamente ispezioni e controlli. Da qualche parte, probabilmente, si spera di trovare un cavillo per farci chiudere. Altra difficoltà, anch'essa credo politica, è quella dei locali. Man mano che il numero degli iscritti cresce, si fa urgente avere strutture e sedi adeguate. Ora, siamo in affitto in via ****; abbiamo avuto i locali dalle suore...(...)
Non sono poi mai mancati i problemi economici, visto che i genitori, pur mandando i figli alle nostre scuole e pagando questo servizio, devono continuare a pagare le tasse e visto che gli aiuti economici del comune, della regione e anche dello stato arrivano come misere briciole.
D: Quali maggiroi soddisfazioni?
R: Parlare di soddisfazioni è quasi impossibile: cioè non saprei immediatamente raccontare "fatti" che ci hanno dato soddisfazione. E' tutto il lavoro, declinato nei vari momenti della vita, in tutte le faccende quotidiane in cui siamo affacendati, che dà speranza e gioia. Credo sia così per me, per gli insegnanti e anche per i ragazzi.
D: Quali sono i vostri rapporti con l'ente locale-giunta e la minoranza?
R: La nostra è un scuola scomoda. E' scomodo il fatto che essa "esista", perchè è nata senza che alcun potere ce ne desse l'idea e perchè nessuno può sfruttarla a proprio vantaggio. E lei sa meglio di me che cosa si fa, normalmente, verso ciò che è scomodo: o si cerca di eliminarlo o si finge (si cerca di fingere) che non esista. In ogni caso, non lo si aiuta a svilupparsi nè a continuare.
Siamo, in un certo senso, senza patria, perchè siamo irriducibili al potere, di qualsiasi tipo. Abbiamo un'identità.
La gente, invece, si fida delle nostre scuole e noi speriamo di non deluderla.

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