Oggi non ce l’ho con la Gelmini. Sarebbe troppo facile. O almeno: ormai questa nuova linea meschina di pensiero si è troppo infiltrata tra i banchi delle nostre scuole da rendere biechi esseri anche certi professori che fino a poco tempo fa avresti stimato e con i quali avresti volentieri lavorato.
Oggi è davanti a voi che mi trovo profondamente impotente, triste… tanto che verrebbe la voglia di essere come loro vogliono, entrare a scuola con l’unico scopo di timbrare il cartellino e di fare il minimo indispensabile (e nemmeno quel tanto che basta per tenere insieme un gruppo di ansiosi e tumultuosi liceali).
La più grande colpa di cui forse questa riforma si è macchiata è quella di averci messo l’uno contro l’altro.
Anche la scuola è diventata una società che ti accusa, che insegna ai suoi insegnanti a puntare il dito l’uno contro l’altro, semplicemente perché l’altro rappresenta un quid che va a tuo discapito, che va a ledere il tuo benessere e il benestare di tutti. E soprattutto avviene che il tentativo di realizzare qualcosa qui, nella tua scuola, provoca la reazione immediata del pensiero dominante: “e tu cosa ci perdi?”.
Tu, educatore(?) che pensi ora solo al portafoglio (che da sacrosanto diritto al proprio sostentamento è diventato il vero "principio superiore" del tuo insegnare) con che coraggio ti presenterai domani mattina in classe a spiegare ai tuoi studenti gli alti ideali della letteratura e della filosofia, delle antiche società degli uomini e delle vicessitudini della storia?
Oggi desiderare il bene della scuola è diventato agli occhi di tutti (anche dei migliori docenti) una sorta di ipocrisia.
Ma domani no. Quando mi troverò davanti ai miei ragazzi a rileggere pagine di letteratura e a spiegare il monito di chi aveva il coraggio di dire “A quelle parole io m’infiammava di un sovrumano furore, e sorgeva gridando. Ché non si tenta? Morremo?“ io no, non proverò quel senso di vergogna.
Lord Tennison scrisse; “Venite amici, perché non è mai tardi per scoprire un nuovo mondo. Io vi propongo di andare al di là dell’orizzonte. E se anche non abbiamo l’energia che in tempi lontani mosse la terra e il cielo, siamo ancora gli stessi, unica eguale tempra di eroici cuori. Indeboliti forse dal fato, ma con ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare e di non cedere.”
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