“Ulisse! Vieni! Ti ho preparato i tortelli!”: erano davvero speciali le sirene che tentavano Ulisse nel giardino dell’asilo Miro durante la recita di fine anno. I bimbi della sezione grandi hanno messo in scena una divertentissima versione dell’Odissea, fedele all’originale ma rivisitata con grande intelligenza e ironia dalle tate: Ulisse che entra a Troia cantando “Tutta mia la città”, i lotofagi in versione figli dei fiori, Circe che incanta i compagni di Ulisse con una conturbante danza del ventre... È per questo che gli asili di Reggio Emilia sono famosi nel mondo? Sicuramente sì, anche per questo e di certo l’asilo Miro non fa eccezione. Perché è un asilo in cui non si va semplicemente per giocare e passare bene o male il tempo, ma un luogo nel quale i bambini hanno l’occasione di crescere, di imparare, di condividere le loro scoperte con gli altri. Cose che possono succedere quando le insegnanti non si limitano a decidere “un programma” e ad imporlo, ma propongono ai bambini degli stimoli, dei percorsi e poi insieme li afforntano anche rischiando di sconvolgere del tutto i piani. È distinzione apparentemente sottile ma sostanziale: non significa lasciare i bambini allo stato brado, ma guidarli in modo che possa ognuno essere se stesso, riflettere sulle sue opinioni, sulle sue impressioni, discuterne con gli altri, scoprire che le cose se si fanno insieme si fanno prima e meglio, che la collaborazione è il segreto della felicità, e anche della libertà. Sono tante le “cose” che questi bambini imparano: adesso sanno l’Odissea, ma anche come funziona l’occhio, e come si costruisce un piccolo strumento musicale; sanno tutto dei dinosauri, ma hanno anche riflettuto sulle orme, sui segni, e sono arrivati a fare discorsi filosofici sempre continuando a giocare. Perché giocando si può fare tutto, non tutto è un gioco, ma il gioco racchiude tutto, e l’esercizio della mente è uno dei giochi più belli. Il gioco del pensiero, della propria individualità. Quello che ti apre gli orizzonti, che ti permette di affrontare serenamente e con autostima il confronto con gli amici e anche con i bambini che ti stanno antipatici. Fondamentale è in questo tipo di percorso la collaborazione di tutti, per il benessere dei bimbi. E quindi anche i genitori sono chiamati a cooperare e contribuire, per dar vita a una continuità educativa che permette al bambino di riconoscere sempre dei punti fermi, a casa e a scuola, ai quali rivolgersi nei momenti difficili e con i quali condividere i momenti esaltanti, della scoperta e del divertimento. Sulle solide fondamenta che hanno costruito grazie agli anni passati all’asilo Miro, questi bimbi affronteranno nel modo migliore la scuola primaria e i futuri anni di crescita.
(Emanuela Chiappo, 18 giugno 2010)
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