Friday 28 October 2011

Educare Accompagnare: alcune considerazioni #1

"Tre osservazioni importanti devo fare a questo punto, dopo questa riflessione; si tratta di tre conseguenze che discendono immediatamente dal fatto che mi accorgo dell'esistere, in me, di questo tanto urgente, reale e potente bisogno infinito di realizzarmi.
Primo. Scopro la mia origine
Il secondo sarà la scoperta del destino; ma ne parlerò in seguito.
Il terzo sarà la scoperta della socialità; e di questo parlerò alla fine.
Ora vediamo la prima conseguenza; la scoperta dell'origine.
Abbiamo detto che il bisogno di realizzarmi indica, attraverso il complesso di bisogni che io ho, il isogno fondamentale che io stesso sono.
Ebbene: l'osservazione importante che devo fare a questo punto è che la prima conseguenza di questo tanto urgente, reale e potente bisogno infinito di realizzarmi mi rende cosciente, in primo luogo, della mia origine." (da Educare accompagnare, Angelina Volpe, ed. One Way, 2000)



ALCUNE CONSIDERAZIONI
* il quotidiano dell'insegnamento è complicato e ogni giorno si è chiamati a mettere in atto strategie, metodologie, processi. Ma il nostro lavoro non rischia così di ridursi a mera "tecnica", o peggio ancora, "tecnicismo"? se non si ha in coscienza del proposito che tutto quello che faccio, il mio impegno nel restituire loro qualcosa, di farli domandare, crescere, tentare delle scelte deve provocare un "piccolo assaggio" di quello che realizza il verome stesso, allora non stai educando: trasmetti nozioni, con le migliori tecniche certo, ma non si tiene presente il destino, l'origine, il bisogno dell'altro
* viviamo sempre il dibattito tra l'essere insegnanti o educatori. Non sempre, nel lavoro quotidiano si è capaci di trovare il bisogno di realizzarsi dei ragazzi che hai intorno; si rischia di parcellizzare, frammentare le loro persone. Ne è un esempio l'attività di orientamento che proproniamo ai regazzi che devono affrontare i passaggi. Ci chiediamo veramente se la nostra azione porta alla domanda: come voglio essere felice?E ci si scontra con la paura e il disagio di ragazzi che temono di essere diversi dall'altro. Si tratta di accompagnarli nelle loro scelte. Può diventare vera ingiustizia, quando non si riconosce il bisogno ultimo; e l'uomo ne esce parcellizzato.

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