Torna di nuovo a Scandiano l’opera del genio di Emanuele Luzzati:
ritroveranno spazio tra le mura della Rocca dai 1 ottobre al 27 novembre
prossimo, la quarantina di tavole illustrate che ripercorrono
personaggi, temi e vicende dell’Orlando Innamorato di Matteo Maria
Boiardo, già ospitate a Scandiano. Dal 1 ottobre al 27 novembre
prossimo, nelle stanze adiacenti il Salone d’onore, potranno essere
ammirati questi capolavori. Si tratta di immagini ricche di colori,
materiali, artifici, intrise di grazia e fantasia, capaci
di risvegliare il bagaglio onirico di quelle emozioni che appartengono
alle esperienze estetiche pure. Le gesta, le battaglie, gli
straordinari personaggi di Boiardo hanno arricchito la storia della
nostra cultura e letteratura, ispirando i capolavori in ottave dei
secoli successivi. Alla stessa maniera Luzzati, nella sua arte
figurativa che mette in evidenza una formazione artigianale, di
laboratorio e una grande versatilità nel rielaborare tutti i materiali,
celebra con le sue tavole gli intrecci narrati in rima dall’autorecinquecentesco.
Ricorda Luzzati. “Non so quando ho incontrato per la prima volta il
mondo di Orlando, di Carlo Magno e dei suoi paladini (…) Eppure il mio
primo libro illustrato fu ispirato alla Chanson de Roland (…) In seguito
il nostro primo film completo si chiamò I paladini di Francia e fra i
personaggi oltre a Carlo Magno c’erano Rinaldo, il cavallo Baiardo,
Gano il traditore, un mago inventato chiamato Urluberlù e un drago
chiamato Gradasso”.
Di Luzzati è stato detto che si tratta di un
artista generoso e gioioso, infaticabile e lieve; Emanuele Luzzati
viene considerato un maestro, portatore di una competenza umile e
attenta che rimanda alle botteghe ei grandi e meno grandi pittori. E’
un artista che rivendica con orgoglio la strada del racconto, e ha
saputo costruirla grazie ad un coinvolgente rapporto tra parola e
materia, fatto di gialli squillanti, rossi incandescenti, verdi
smeraldini, blu nettissimi: una tavolozza magmatica, che ribolle di
colori e sollecitazioni. Luzzati, “sapido e saporoso, dove l’eleganza
convive con lo stupore, l’invenzione con il fasto sorprendente e
alchemico di luci e colori, forme e materie”. In un’intervista con
Sandro Parmiggiani che gli chiedeva delucidazioni sulle sue tecniche
artistiche Luzzati, a proposito delle tavole, ha ricordato: “ Ho fatto
ricorso al collage fin da subito, ma in verità all’inizio utilizzavo
dei miei disegni che nel frattempo avevo ridotto a brandelli per poi
incollarne qualche porzione sul foglio. Altre volte ricorrevo a cose
casuali, che avevo trovato”. E ancora: “Sono sempre stato affascinato
da questi racconti cavallereschi, anche per l’ironia che c’è sia in
Boiardo che in Ariosto, o meglio per il gusto del gioco, per questo
loro raccontare giocando, divertendosi, anche se nei loro testi ci sono
pagine tragiche, eventi drammatici, resi però sempre con un certo
distacco”.
Infine Luzzati dice di sé “Non ho mai avuto intenzione di
fare il pittore. Che poi qualcuno prenda un mio disegno, una mia
tavola, se la incornici e l’appenda al muro, sono scelte di quella
persona. Io, in fondo, faccio delle
cose che hanno una destinazione precisa: posso lavorare con degli
architetti per progettare degli arredamenti, con dei registi teatrali
per delle scenografie, con degli editori per illustrare dei libri: come
spesso succede, le cose nascono da un’occasione specifica, più che da
una scelta precisa e preventiva. (…) quando lavoro preferisco fare
molti disegni, anche rapidamente, per poi effettuarne una scelta più
meditata, piuttosto che stare a lungo su una tavola. Certo, una volta
che scelgo un disegno, posso tornarci sopra, arricchirlo, ma
l’immediatezza, l’intuizione sono le cose che mi affascinano”.
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