Saturday, 8 October 2011

i paladini di Orlando alla corte di Emanuele Luzzati

Torna di nuovo a Scandiano l’opera del genio di Emanuele Luzzati: ritroveranno spazio tra le mura della Rocca dai 1 ottobre al 27 novembre prossimo, la quarantina di tavole illustrate che ripercorrono personaggi, temi e vicende dell’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, già ospitate a Scandiano. Dal 1 ottobre al 27 novembre prossimo, nelle stanze adiacenti il Salone d’onore, potranno essere ammirati questi capolavori. Si tratta di immagini ricche di colori, materiali, artifici, intrise di grazia e fantasia, capaci di risvegliare il bagaglio onirico di quelle emozioni che appartengono alle esperienze estetiche pure. Le gesta, le battaglie, gli straordinari personaggi di Boiardo hanno arricchito la storia della nostra cultura e letteratura, ispirando i capolavori in ottave dei secoli successivi. Alla stessa maniera Luzzati, nella sua arte figurativa che mette in evidenza una formazione artigianale, di laboratorio e una grande versatilità nel rielaborare tutti i materiali, celebra con le sue tavole gli intrecci narrati in rima dall’autorecinquecentesco. Ricorda Luzzati. “Non so quando ho incontrato per la prima volta il mondo di Orlando, di Carlo Magno e dei suoi paladini (…) Eppure il mio primo libro illustrato fu ispirato alla Chanson de Roland (…) In seguito il nostro primo film completo si chiamò I paladini di Francia e fra i personaggi oltre a Carlo Magno c’erano Rinaldo, il cavallo Baiardo, Gano il traditore, un mago inventato chiamato Urluberlù e un drago chiamato Gradasso”. 


Di Luzzati è stato detto che si tratta di un artista generoso e gioioso, infaticabile e lieve; Emanuele Luzzati viene considerato un maestro, portatore di una competenza umile e attenta che rimanda alle botteghe ei grandi e meno grandi pittori. E’ un artista che rivendica con orgoglio la strada del racconto, e ha saputo costruirla grazie ad un coinvolgente rapporto tra parola e materia, fatto di gialli squillanti, rossi incandescenti, verdi smeraldini, blu nettissimi: una tavolozza magmatica, che ribolle di colori e sollecitazioni. Luzzati, “sapido e saporoso, dove l’eleganza convive con lo stupore, l’invenzione con il fasto sorprendente e alchemico di luci e colori, forme e materie”. In un’intervista con Sandro Parmiggiani che gli chiedeva delucidazioni sulle sue tecniche artistiche Luzzati, a proposito delle tavole, ha ricordato: “ Ho fatto ricorso al collage fin da subito, ma in verità all’inizio utilizzavo dei miei disegni che nel frattempo avevo ridotto a brandelli per poi incollarne qualche porzione sul foglio. Altre volte ricorrevo a cose casuali, che avevo trovato”. E ancora: “Sono sempre stato affascinato da questi racconti cavallereschi, anche per l’ironia che c’è sia in Boiardo che in Ariosto, o meglio per il gusto del gioco, per questo loro raccontare giocando, divertendosi, anche se nei loro testi ci sono pagine tragiche, eventi drammatici, resi però sempre con un certo distacco”. 
Infine Luzzati dice di sé “Non ho mai avuto intenzione di fare il pittore. Che poi qualcuno prenda un mio disegno, una mia tavola, se la incornici e l’appenda al muro, sono scelte di quella persona. Io, in fondo, faccio delle cose che hanno una destinazione precisa: posso lavorare con degli architetti per progettare degli arredamenti, con dei registi teatrali per delle scenografie, con degli editori per illustrare dei libri: come spesso succede, le cose nascono da un’occasione specifica, più che da una scelta precisa e preventiva. (…) quando lavoro preferisco fare molti disegni, anche rapidamente, per poi effettuarne una scelta più meditata, piuttosto che stare a lungo su una tavola. Certo, una volta che scelgo un disegno, posso tornarci sopra, arricchirlo, ma l’immediatezza, l’intuizione sono le cose che mi affascinano”.

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